Civilization

recensione

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  1. aurelio92
     
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    "Con queste mura di cinta rinforzate i barbari non riusciranno a entrare in città e con queste catapulte possiamo attaccarli da lontano! E dire che tutti mi deridevano per gli studi sulla fisica e sulla balistica... ora invece rido io a crepapelle! I soldati marciano uniti verso il nemico e tutto sembra andare per il verso giusto. Sono destinati a capitolare!"

    Sid Meier è sicuramente uno dei game-designer più importanti del panorama videoludico occidentale, una mente geniale e poliedrica che si è sempre dedicata alla creazione di giochi strategici complessi e coinvolgenti. Non citiamo tutti i suoi "pargoli" perché la lista sarebbe veramente lunga, ma ci soffermiamo su quelli che a nostro avviso sono i più importanti, per far capire a chi non conosce Sid Meier cosa egli rappresenti. Nel 1987 diede alla luce Sid Meier's Pirates!, strategico ambientato nel mondo dei pirati e dei sette mari, titolo che ancora gode di una folta schiera di appassionati. In seguito si dedicò alla creazione di un gioco che rappresentasse le variabili economiche risultanti dalla gestione di una linea ferroviaria con Railroad Tycoon e due lustri fa si concentrò su Colonization, strategico a turni ambientato nel periodo coloniale con l'Europa all'assalto del Nuovo Mondo. La punta di diamante di Sid Meier è comunque lo storico e acclamato Civilization, riproposto da Atari su N-Gage.

    LA STORIA DEL MONDO
    Civilization è uno strategico a turni con una grande ambizione: trattare l'evoluzione umana dal punto di vista sociale in tutte le sue sfaccettature, concentrandosi sia sulle guerre sia sulle scoperte e sui cambiamenti che hanno creato la società odierna, dando al giocatore la possibilità di stabilire le sue regole e di tracciare un proprio percorso come meglio lo aggrada. Possiamo ampliare questo concetto narrandovi un'ipotetica sessione di gioco: il punto di partenza della nostra possibile conquista del mondo è la città di Roma, dove noi vestiamo i panni di Cesare, sperando che le Idi di Marzo siano il più lontano possibili e che Bruto giri al largo dalla città capitolina. Abbiamo scelto una posizione strategica per fondare il nostro primo centro urbano, un punto vicino alla costa per poter avere uno sbocco sul mare, situato in un anfratto per avere protezione dai popoli barbari che prima o poi ci faranno visita. Grazie ai coloni potremo fondare le nuove città e creare le strade, agevolando così la comunicazione. Decidiamo che è giunto il momento di difendersi per bene e cominciare allo stesso tempo a esplorare questo mondo sconosciuto, così ordiniamo che vengano addestrati dei soldati ed allo stesso tempo facciamo in modo che i nostri eruditi si concentrino per scoprire qualcosa di utile. Gli ambiti del sapere che possiamo far esplorare ai nostri uomini sono diversi e spaziano da quelli apparentemente inutili per la guerra, come la scrittura, allo studio dei metalli, semplicemente fondamentale per creare delle armi in grado di fare la differenza.

    Ogni scoperta non è mai fine a se stessa: per esempio un codice di leggi può tornare utile come merce di scambio con una popolazione barbara per ottenere un favore o per un classico scambio di conoscenze. Nel nostro caso ben presto facciamo la conoscenza delle popolazioni germaniche, ben superiori a noi per numero e potenza: i teutonici fortunatamente si presentano nella nostra sede con le migliori intenzioni e dopo un breve consulto nasce un'alleanza. Con questo accordo otteniamo la non belligeranza con un popolo che avrebbe potuto annichilirci in pochi attacchi e comprendiamo una delle regole base del gioco: stabilire legami con chi è più forte e colpire solo chi è più debole.

    IL MONDO COME NON L'AVETE MAI VISTO!
    Dopo pochi turni infatti facciamo la conoscenza dei greci, e anch'essi si presentano in maniera pacifica al nostro cospetto, dimostrando tuttavia un'arroganza nei modi parecchio fastidiosa: sebbene siano molto deboli cerchiamo di trovare in loro l'ennesimo alleato per una pace mondiale duratura, ma costoro ci ricattano proponendo la firma del patto dall'alleanza solo in caso di un attacco al popolo teutonico. Rispondiamo ovviamente picche e la trattativa si chiude bruscamente, ma i rapporti con gli ellenici non sono comunque compromessi. Come una scheggia impazzita decidiamo di vendicarci di chi ci ha deriso e con un attacco frontale sterminiamo letteralmente i greci, che non hanno nemmeno il tempo di lamentarsi: abbiamo compiuto un vero e proprio tradimento e questo comportamento alla lunga non paga, perché si crea una pessima reputazione della vostra civiltà e difficilmente gli altri popoli scenderanno a patti con un possibile doppiogiochista. Tutto questo (e molto altro, visto che vi abbiamo narrato solo l'inizio di una partita) è Civilization, una rappresentazione dettagliata di tutte le variabili che comporta una civiltà e la sua evoluzione.
    Se le meccaniche di gioco sono rimaste fedeli all'originale, pubblicato ormai nel lontano 1991, lo stesso non si può dire del sistema di controllo, che è stato adattato in maniera non perfetta sul portatile di casa Nokia. Gryphondale Studios, team di sviluppo della conversione, ha cercato di trasferire la combinazione mouse e tastiera al tastierino numerico di N-Gage, ma l'impresa era improba già in partenza. Sebbene dopo alcune sessioni di gioco le cose migliorino, non si ha mai l'impressione di avere un sistema di controllo preciso e affidabile: si fa sempre una certa confusione con i comandi e questo particolare potrebbe far storcere il naso agli utenti poco pazienti. Anche chi è cresciuto a pane e Civilization dovrà fare un vero e proprio sforzo per adattarsi a un'interfaccia utente che fa di tutto per respingere il giocatore, una sorta di vera e propria prova di forza. La domanda sorgerà spontanea nel lettore, che si chiederà se ne valga la pena: la nostra risposta è ovviamente affermativa, poiché il gioco di Sid Meier rappresenta comunque una delle pietre miliari del genere strategico, un gioco che non sembra sentire il peso degli anni.

    Civilization poi si sposa bene anche con la filosofia di gioco portatile, permettendo di salvare una sessione di gioco in qualsiasi momento, dando quindi la possibilità di coltivare la nostra civiltà virtuale anche nelle sessioni "mordi e fuggi".

    L'ARGENTERIA IMPOLVERATA
    Oltre a un sistema di controllo spossante e poco immediato, l'adattamento prodotto da Atari è povero anche dal punto di vista tecnico, comparto che meritava sicuramente un migliore trattamento e che si limita a sfruttare pochissime risorse del portatile di casa Nokia. Uno dei problemi è da riscontrare nell'inquadratura troppo ravvicinata, scelta dovuta al piccolo schermo dell'N-Gage che non permette di rappresentare il pianeta in tutta la sua interezza, e come se non bastasse lascia basiti la mancanza di dettaglio e i pochissimi colori utilizzati. La grafica appare quindi smorta, quasi deprimente: è vero che in un gioco strategico non ci aspettiamo effetti particolari e colori sgargianti, ma qui siamo davvero di fronte al "minimo sindacale".
    Anche l'aspetto sonoro dimostra una certa svogliatezza da parte di Gryphondale Studios: il silenzio sarà il vostro compagno durante le sessioni di gioco, quiete quasi insostenibile interrotta ogni tanto da qualche effetto sonoro gracchiante e di scarsa qualità.
    Il tributo portatile al classico di Sid Meier non è quindi riuscito appieno, ma rimane comunque un titolo discreto, un gioco lodevole per quanto riguarda la complessità delle meccaniche di gameplay e l'ottima rappresentazione dell'evoluzione della civiltà umana.

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0 replies since 8/5/2007, 16:58   84 views
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