RECENSIONE: Donkey Konga 2: Hit Song Parade

Recensione completa

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  1. Davidan90
     
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    Punteggio
    6.5/10

    Donkey Konga 2
    Quello appena trascorso è stato per Nintendo senza dubbio l’anno della scimmia. Non ci riferiamo all’oroscopo cinese, bensì al ben più noto Donkey Kong, comparso in una gran numero di produzioni sia per GC che per GBA.
    Tra queste figurava Donkey Konga, esordio di Nintendo nel genere dei rhythm game supportato dalla peculiarità dell’utilizzo di uno strumento, i bonghi, assolutamente atipico e originale. Ma si sa, ciò che è innovativo una prima volta, difficilmente lo è una seconda...


    Il ritmo della giungla

    Donkey Konga 2, nella migliore tradizione dei sequel musicali, non introduce particolari novità né modifica la struttura di gioco, fondando la sua ragione di essere nella nuova serie di brani a disposizione degli utenti. Per chi non conoscesse il titolo Nintendo, in estrema sintesi si tratta di percuotere la periferica a forma di bonghi sulla base dei segnali indicati su schermo, che ovviamente seguono la traccia melodica della canzone. Colpire il tamburo destro, il sinistro, entrambi o battere le mani rappresentano le varie azioni eseguibili nel gioco, nel tentativo di commettere meno errori possibili per ottenere un punteggio elevato.
    Come ogni titolo del genere che si rispetti, anche nel caso di Donkey Konga i risultati migliori si ottengono tramite le modalità in multiplayer, che permettono fino a 4 giocatori di sfidarsi contemporaneamente in sessioni dagli effetti assolutamente esilaranti. Tutto bene sembrerebbe... ma allora per quale motivo il voto finale è solamente un’abbondante sufficienza?
    I motivi sono fondamentalmente due. Il primo, è la selezione musicale: malgrado la casa di Kyoto abbia in questo secondo capitolo ampliato il numero di brani presenti, arrivando a superare abbondantemente le 30 unità, non è esagerato affermare che una buona metà di questi non abbiano molto a che fare con lo strumento che siamo chiamati ad utilizzare. Il risultato è che nei casi in cui non c’è una traccia di percussioni sufficientemente robusta su cui sovrapporsi, i programmatori hanno deciso di utilizzare a tal fine la parte cantata, con un bizzarro e non certo entusiasmante risultato nel quale il testo della canzone viene completamente oscurato dai colpi eseguiti dal giocatore.
    Paradossalmente la sezione di musica latina, la più indicata per essere accompagnata dalle percussioni, è anche una delle più striminzite. A ciò va aggiunto che la godibilità delle canzoni in generale è minata dal fatto che non si tratta delle versioni originali, bensì di cover realizzate da perfetti sconosciuti, in parecchi casi con risultati piuttosto distanti dagli artisti che tentano di imitare. Una buona fetta delle tracce selezionate sono perlopiù decisamente vecchie, e non appartenenti ad un livello qualitativo capace di renderle dei “classici”: “Don’t Let Me Get Me” di Pink, “All Star” degli Smash Mouth e “I’m A Slave 4 U” di Britney Spears sono melodie di cui certo non sentivamo la mancanza.


    Ti ricordavo meglio

    In secondo luogo, è davvero difficile non constatare come la meccanica di gioco proposta da Donkey Konga non sia invecchiata affatto bene nell’arco dei pochi mesi trascorsi dal primo episodio.
    Svanito infatti l’effetto sorpresa e il coinvolgimento dettati da una periferica del tutto nuova, ciò che ci si trova di fronte con questo secondo capitolo è un prodotto davvero debole se giocato in singolo, ben presto ripetitivo e che non trova sollievo nemmeno in una tracklist degna di questo nome. Gli extra a disposizione, da sbloccare tramite le monete vinte con le proprie prestazioni nella modalità principale, non riescono ad offrire un autentico valore aggiunto, risultando al contrario poco più di un riempitivo. Purtroppo non convincono appieno neppure le lievi modifiche inserite all’interno della struttura di gioco, riassumibili in una serie di bonus/malus, slot machine e duelli a “carta forbici sasso” (!!) che si inseriscono all’interno delle sfide in multiplayer con lo scopo di variare i punteggi e donare incertezza alle sfide. La loro importanza all’interno dell’economia complessiva risulta però essere sbilanciata, incidendo fin troppo nello score finale e ribaltando così partite incanalate anche marcatamente a favore di un giocatore più abile. Più frustrante e fastidioso che divertente, ve l’assicuriamo.
    Anche dal punto di vista grafico le novità sono ridotte al lumicino, e così come nel primo capitolo la semplicità del gameplay viene affiancata da una pari semplicità tecnica che spesso sfocia nella mera povertà estetica.

    Donkey Konga 2: Hit Song Parade
    Recensione Piattaforma: Editore: Nintendo
    Sviluppatore: Nintendo
    Data di rilascio: 03 - 06 - 2005
    Genere: Altri

    IMMAGINE ALLEGATA

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0 replies since 8/5/2007, 10:35   60 views
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