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Darth Darkness.
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Motorstorm: Pacific Rift - Provato
Pronti per le le lussureggianti foreste del pacifico?
Motorstorm: Pacific Rift sarà disponibile su PlayStation 3.
Annunciato qualche settimana fa mediante il solito filmato in computer grafica che dice tutto e niente, il seguito di Motorstorm ha cambiato diversi nomi prima di trovare la sua collocazione definitiva in Pacific Rift, che richiama il nuovo tipo di ambientazione che fa da sfondo al gioco.
Un esaltato Paul Hollywood, creative director del gioco, ha spiegato che la protagonista principale del gioco è proprio l’isola (chi ha detto Lost?), suddivisa in diverse parti che ospiteranno i sedici tracciati (il doppio del titolo originale) creati dagli sviluppatori, e che questa volta saranno composti da numerosi tipi di terreno, acquitrini, località vulcaniche e foreste, tese ad aumentare la varietà del gioco e le ripercussioni che si hanno sulla guida e negli scontri contro gli altri contendenti. La versione finale, in uscita il prossimo Novembre, ospiterà anche lo splitscreen fino a quattro giocatori, una modalità online fino a 20 e tante piccole novità che fanno tesoro del lavoro fatto col primo capitolo, che ha raggiunto la ragguardevole cifra di tre milioni di copie vendute. Ma non è finita qui, Paul ha affermato anche che la fisica del gioco e l’intelligenza artificiale dei nemici sono state completamente riscritte, per garantire da un lato maggiore realismo e varietà, dall’altro un comportamento più aggressivo e appagante anche nelle partite in modalità single player, che anche in questo caso sarà strutturato sottoforma di festival con biglietti ma anche con nuove sfide tese a portare il giocatore fino al completamento del gioco.
Capanne e strade dissestate
Per saggiare parte di tutte queste promesse abbiamo potuto mettere le mani su una versione completa al 40% del gioco, che metteva a disposizione due tracciati, il primo completamente inedito, il secondo era possibile affrontarlo in split screen verticale a due giocatori ed era una sorta di reinterpretazione di Raingod mesa, con lo stesso identico tracciato ma diversa vegetazione. I controlli all’apparenza sembrano essere praticamente immutati, con il tasto X demandado al boost (che va controllato per evitare di far esplodere il proprio veicolo) e i dorsali inferiori per accelerare e frenare, abbiamo potuto inoltre saggiare il nuovo veicolo introdotto, denominato Monster Truck, che va ad aggiungersi ai precedenti già presenti e che praticamente è un enorme bigfoot in grado di fare a poltiglie buona parte degli altri veicoli. Il primo tracciato alterna sezioni con sterrato, fango e poi acqua, e subito abbiamo notato come il comportamento della guida sia molto più influenzato dal tipo di terreno e dallo stesso veicolo, scordatevi ad esempio di affrontare il laghetto con la moto, che può essere invece agevolmente affrontato dal Monster Truck di cui sopra. Durante la nostra gara abbiamo riscontrato inoltre come una parte della vegetazione sia interattiva (con le foglie e i rami che si piegano al passaggio dei veicoli in gara) e la distruttibilità di alcuni elementi dello scenario, come nel caso particolare di una torretta di legno che ad ogni passaggio veniva sempre più distrutta e dava non pochi grattacapi per il passaggio delle moto. Per il resto lo svolgimento ci è parso quello classico, con una prova più approfondita futura cercheremo inoltre di capire quanto l’intelligenza dei nemici sia stata migliorata rispetto al passato.
Dalla sabbia alle foreste
Sulla pista riedizione di Raingod Mesa c’è poco da dire, in quanto identica come conformazione, se non che permette di allacciarci al discorso tecnico. Il colpo d’occhio, già a questo punto dello sviluppo è sicuramente superiore al primo Motorstorm, sia grazie all’ambientazione, dove la vegetazione e la foresta donano un maggiore impatto rispetto alla pur bella ma statica Monument Valley, sia per quanto riguarda gli effetti di luce e le texture implementate, di risoluzione e qualità maggiore. Non ci ha colpito invece il dettaglio poligonale di elementi interattivi quali baracche, piante e i veicoli stessi, rimasto sostanzialmente invariato rispetto al passato, ma c’è tempo ancora per lavorarci sopra. C’è da tenere ben presente infatti che la versione mostrata si trova ancora in uno stadio pre-alpha, e quindi sono presenti ancora difetti evidenti come il caricamento delle texture talvolta non immediato (il famoso pop-in) piuttosto che un frame rate tutt’altro che granitico.
L’appuntamento è quindi ad una prossima prova prima dell’uscita, ma già abbiamo intravisto come gli appassionati (e non solo) del titolo di Evolution Studios potranno aspettarsi un seguito più vasto, vario e migliorato per quanto riguarda tutta la componente online, l’isola, oltre a portarci alla mente situazioni care a titoli come Far Cry, ha decisamente tutto un altro fascino e apre il fianco a maggiori possibilità..