The Bourne Conspiracy

Anteprima Esclusiva per Xbox 360.

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  1. Rayogre
     
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    Sistemi: XBOX 360 | PC
    Genere: azione
    Sviluppatore:High Moon Studios
    Supporto:DVD
    Età consigliata:--
    Lingua:--
    Giocatori:Single Player

    L'incontro con The Bourne Conspiracy, avvenuto durante il Sierra Spring Break 2008, nonché una breve intervista a Emmanuel Valdez (direttore creativo), hanno portato alla luce gli ultimi dettagli su un titolo per certi aspetti particolarmente interessante.
    Il gioco in questione, difatti, si pone come obiettivo principale quello di ridefinire la concezione dei Tie In. Per il team di sviluppo di Bourne (High Moon Studio), il lungometraggio non è stato un modello da replicare, ma una base da cui partire per poter costruire un'esperienza ludica più ampia. Un'avventura coinvolgente, emozionante, adrenalinica, arricchita ovviamente dall'immaginario creato dal grande scrittore Robert Ludlum e da una regia dinamica all'altezza delle ultime produzioni Hollywoodiane.

    Gameplay

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    Dal punto di vista narrativo, The Bourne Conspiracy è un titolo composito. Da un lato riprende gli eventi narrati nel primo film della trilogia cinematografica, dall'altro presenta numerosissimi innesti originali, sotto forma di flashback, che raccontano le vecchie missioni del protagonista. Questo piacevole espediente, oltre ad arricchire la trama ed incuriosire i fan del film, ha il compito di variare notevolmente l'esperienza ludica, di fatto identificando due diversi approcci all'azione. Nei livelli che seguono la trama del film, difatti, Bourne sarà un uomo braccato, un fuggitivo costretto a fronteggiare corpi armati limitando i danni e cercando di non uccidere civili innocenti. Nel corso dei Flashback, di contro, il protagonista avrà a che fare con spietati criminali, e gli sarà concessa “licenza di uccidere”. Cacciatore e preda, dunque, per due diversi modi di “inquadrare” l'azione.
    Da una parte sessioni stealth, rocambolesche fughe negli uffici pubblici, ed una spiccata propensione per l'azione furtiva e repentina, dall'altra ampio utilizzo di armi da fuoco.
    In entrambe le situazioni, comunque, il titolo sembra comportarsi discretamente. Bourne raccoglie difatti l'eredità degli action game di nuova generazione, proponendo ad esempio un sistema di coperture simile a quello di Gears of Wars (ormai divenuto de facto uno standard), nonché un metodo di combattimento a mani nude semplice, intuitivo ed altamente spettacolare. Proprio gli scontri fisici sembrano essere il fulcro portante del gioco, e ad essi è stata dedicata particolare attenzione anche in fase di pre produzione, con intense sessioni di motion capture che hanno regalato al Bourne digitale uno stile di lotta impeccabile: un interessante mix fra tae kwon do e aikido, ma con la brutale efficacia dello wing chun. Già l'approccio all'avversario non è passivo: quando il protagonista si avvicina ad un nemico, una brevissima sequenza generata automaticamente darà il via allo scontro, mostrando Bourne che esegue un colpo di disturbo per destabilizzare l'avversario. A quel punto starà al giocatore eseguire una ben nutrita serie di combo per spezzare la guardia nemica e al contempo aumentare l'indicatore dell'adrenalina. E' proprio riempiendo quest'ultimo che si potranno eseguire le mosse risolutive: queste, attivabili alla pressione di un tasto, daranno il via ad una sequenza automatica che metterà il nemico K.O..
    La qualità di queste brevissime “cut scene” è invidiabile: i movimenti precisi e puliti, la bellezza dei colpi e delle posizioni un vero piacere. Queste particolari “mosse finali”, inoltre, saranno totalmente relative al contesto. Bourne potrà scaraventare gli avversari contro gli oggetti attorno a se, oppure utilizzare elementi dello scenario (un estintore, un libro, persino una penna a sfera) per stendere gli avversari. L'idea alla base è proprio quella di creare un metodo di combattimento che sappia adattarsi alla situazione, per delineare il profilo di un personaggio che sa sempre adattarsi. Il risultato è efficacissimo. E se si conta che le “scazzottate” sono condite da Quick Time Event (da superare quando gli avversari tentano di eseguire una “Finishing Move”), e che riempiendo al massimo l'indicatore di adrenalina si potranno stordire fino a tre avversari contemporaneamente (in sequenze, di nuovo, davvero belle da vedere), si ha per le mani un gameplay di sicuro effetto scenico.
    A conti fatti proprio la coreografia appare uno degli aspetti più curati dell'intera produzione. Conspiracy vuole avvicinarsi il più possibile all'essenza del lungometraggio, e per questo adopera sottili espedienti registici. Cambi di inquadratura frequenti, corse adrenaliniche con un taglio simile a quello da Shaky Cam, controcampi e carrellate. Ovviamente un'impostazione del genere impone al team di sviluppo la creazione di una struttura di gioco fortemente lineare, di una progressione marcatamente precalcolata. Si nota dunque la presenza massiccia di eventi scriptati, e la scarsa libertà concessa nell'interpretazione delle situazioni (anche le sessioni stealth richiedono, più che inventiva, una certa precisione e buon tempismo). Qualche precoce detrattore ha definito il titolo come una sorta di Laser Game moderno, ma questa affermazione ci sembra effettivamente eccessiva, seppur non del tutto priva di fondamenti. Il punto è che per garantire l'immersività veicolata da una pianificazione certosina di campi e inquadrature, non si può che scendere a patti con altre componenti ludiche (quella esplorativa). Ci sono poi le fasi “sparatutto” che comunque lasciano un più ampio margine di libertà, e la buona riuscita del prodotto dipenderà anche dal bilanciamento di queste due componenti. Per ora Bourne riesce ad impressionare, grazie anche ad un ritmo di gioco sempre sostenuto, che tiene alta la tensione per tutto il livello, fino a terminare negli scontri a mani nude con i boss del caso. Questi, lunghi ed articolati, sono basati sullo stesso sistema di mosse risolutive, ma gli avversari piuttosto coriacei impegnano Bourne per molto tempo, solitamente in ambienti ricchissimi di spunti per divertirsi con le sequenze di attacco più varie.

    La tecnica del killer

    Dal punto di vista visivo, Bourne riesce a convincere, grazie a modelli poligonali complessi ed a strutture ambientali ben ricreate, ricche di elementi e coperte da texture efficaci. Effetti speciali riusciti e shader relativamente credibili concludono un quadro positivo, in cui le note fuori posto riguardano il riuso dei modelli poligonali degli avversari comuni, per altro meno riusciti di quelli, davvero belli, dei boss. Come abbiamo già accennato, fiore all'occhiello del titolo sono le animazioni in fase di combattimento, che annoverano alcuni dei movimenti digitali meglio realizzati degli ultimi tempi. Ovviamente il risultato è permesso anche dalla scarsa estensione delle stanze e, più generalmente, dei livelli, che permette dunque di focalizzare al meglio le risorse tecniche su quel che appare a schermo.
     
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0 replies since 2/5/2008, 12:26   55 views
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