[Megadrive] The Last Battle

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  1. Dark Gandalf V
     
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    CONSOLE: Megadrive
    GENERE: Picchiaduro
    SOFTWARE HOUSE: Sega
    ANNO DI PRODUZIONE:
    GIOCATORI: 1
    LINGUA: Inglese


    A crazy time
    Quella di Ken il Guerriero (titolo originale: Hokuto no Ken) è stata una delle serie di animazione giapponese più popolari ed amate in Italia e, dal punto di vista fumettistico, rappresenta l’arrivo dei manga nel nostro paese grazie anche ad una casa storica (ed ormai scomparsa) chiama Granata Press.
    In Giappone la serie non fu da meno come popolarità e Sega ne acquistò i diritti prima sfornando un picchiaduro a scorrimento sulla scia di Ninja Gaiden, o dello storico Rush’n Attack di Konami, disponibile per Sega Mark III (e per la sua versione occidentale, il Sega Master System, dove però il titolo era Black Belt ed a tutti i personaggi erano stati cambiati i nomi per problemi di diritti ad esportare il manga di Tetsuo Hara), per poi arrivare a confezionare un’evoluzione di questa meccanica di gioco, proponendo il titolo che ci accingiamo a descrivervi, Last Battle

    Burt sei diventato un uomo ormai
    Se nel titolo per Sega Mark III vedevamo un Kenshiro giovane (anche se Tetsuo Hara e Buronson non hanno mai dichiarato l’età del nostro eroe) far fronte all’esercito di Shin per poi ripercorrere parti della prima serie, in questo titolo per Sega Megadrive la storia riportata è quella della seconda serie: un Kenshiro maturo, con Lynn e Burt ormai adulti, pronti per affiancarlo nelle numerose battaglie che dovrà affrontare per far si che le sette stelle di Hokuto portino ancora la pace nel mondo diffondendo la speranza nell’amore.
    Il titolo ripercorre passo per passo molte delle migliori parti viste nella seconda serie animata, modificando però alcuni ordini temporali sia direttamente che indirettamente, facendo scegliere al videogiocatore quali missioni, o meglio “puntate”, affrontare prima.
    Potremo incontrare prima Burt e Lynn e poi affrontare il generale dell’impero clone del grande Hulk Hogan (cosa che nella serie animata non avveniva) così come faremo si che sia lo stesso Ken a liberare i Falchi di Nanto.
    E’ sicuramente piacevole per tutti i fan del manga e dell’anime vedere questa nuova interpretazione della storia, sicura motivazione che porterà a finire il titolo ed a visitare più volte le locazioni grazie anche alla componente RPG-istica presente.

    Un fisico scolpito dalle battaglie
    Il titolo Sega colpisce dal punto di vista grafico per l’enormità degli sprite; è stato fatto davvero un ottimo lavoro per rendere il titolo simile ad un picchiaduro ad incontri, dove i personaggi sono ben caratterizzati e non avari nella grandezza.
    Kenshiro Kasumi è ottimamente rappresentato ed è bello vedere, avanzando di esperienza durante il gioco, le varie trasformazioni che lo sprite principale presenta: se in un primo momento Ken avrà la solita giacca di jeans che porta fin dalla prima serie (di colore blue, mentre nella seconda serie animata era nera), sconfiggendo nemici, e riempiendo la barra di varie tacche, si presenterà a torace scoperto mostrando i segni della prima battaglia contro Shin, le famose sette stelle della costellazione dell’orsa maggiore.
    Mentre lo sprite del maestro di Hokuto appare più curato, quelli dei nemici, pur presentando dimensioni ragguardevoli, sono animati in modo basilare; davvero un peccato ma crediamo che sia per i limiti tecnici del Megadrive e per mantenere le dimensioni della cartuccia come ram abbastanza bassa.
    Le ambientazioni sono post-atomiche, villaggi e città distrutte, prigioni ormai in disuso ed arene che riportano alla mente le costruzioni greco-romaniche.
    I colori utilizzati nella versione giapponese rendono moltissimo e sono una delle scelte più azzeccate che la casa nipponica potesse fare; presente nella versione orientale non censurata anche il sangue: colpendo un avversario in differenti parti del corpo (dall’alto, frontalmente o al basso ventre) questo esploderà dall’interno come da tradizione Hokuto ed il sangue sgorgherà a fiotti con un carismaticissimo effetto, seppur molto violento.
    Presenti sullo sfondo anche 5-8 livelli di parallasse (a differenza dello stage) e la varietà dei nemici appare sufficiente distinguendosi in primis per il colore e l’equipaggiamento (spade, asce, lance, moto da combattimento eccetera).
    Il sonoro è ben caratterizzato da motivetti orecchiabili ed effetti sonori ben azzeccati in certi punti (pur gracchiando per via del chip sonoro della console) mentre in altri, come quando Ken si scontrerà contro massi o pugnali, leggermente deludenti.

    Un solo successore tra tanti allievi
    La giocabilità è discreta in questo titolo, il picchiaduro a scorrimento, pur presentando sempre la stessa meccanica (avanzamento e distruzione degli avversari, stage a labirinto e boss), ha elementi che incuriosiscono il giocatore.
    Il primo è sicuramente la possibilità di scegliere il percorso da affrontare, ripetendo per avanzare di livello anche uno stage già affrontato; il secondo elemento è veder esplodere in maniera differente gli avversari in base all’attacco che riceveranno (potremo attaccare con pugni, tasto A, calci, tasto B, o attacchi in salto, tasto C più tasto A o B).
    Vi è poi la barra di avanzamento di livello con tre puntini che corrispondo ai livelli da raggiungere e superare, per completare uno stage avremo un determinato lasso di tempo indicato in basso a destra ed infine potremmo monitorare la barra della vita (che si allungherà man mano durante le battaglie) visibile sulla sinistra; menzioniamo infine l’indicatore del punteggio vicino alla barra del tempo.
    I colpi varieranno con il livello di esperienza acquisito da Kenshiro: si passerà, ad esempio, dai calci frontali a quelli laterali più difficili da effettuare (almeno nella realtà, nel gioco basterà solo passare ad un livello più alto) ma ben più forti e con un raggio di azione maggiore.
    Insomma questo Last Battle è davvero un gran bel gioco, un titolo da acquistare per ogni amante della serie di Tetsuo Hara e Buronson ed un buon picchiaduro a scorrimento per tutti gli altri.
    Segnaliamo che il titolo fu anche convertito per Commodore Amiga 500 (conversione abbastanza buona effettuata dalla U.S. Gold pur essendo la macchina più limitata rispetto al Megadrive, specie come palette dei colori) mentre la versione Pal del titolo per Megadrive era stata censurata, non solo nel titolo (da Hokuto no Ken si era passati a Last Battle) ma anche nei colori e nella parte splatter (il sangue, non vi erano più le esplosioni). I colori scelti nella versione europea sminuivano il titolo anche per via della brillantezza degli stessi.
     
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