RECENSIONE: Monster House

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  1. Dark Gandalf V
     
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    Molti di noi da ragazzini (e non solo) hanno avuto almeno un vicino di casa poco consono al dialogo, detestabile, arrogante e terribilmente bisbetico, il classico inquilino dal rimprovero facile che si lamenta in continuazione e che vieta qualsiasi forma di divertimento casalingo non tollerando a priori la partita a pallone nel cortile di casa. Un simile esemplare è presente in qualsiasi quartiere o condominio che si rispetti, ma voi come reagireste alla sua improvvisa mancanza? Straziante dolore o gioiosa liberazione?

    Il nuovo film d’animazione in digitale firmato e prodotto dalla vincente accoppiata Spielberg e Zemeckis ha tutte le carte in regola per riuscire nel difficile compito di discostarsi dalla marea di prodotti in CG più o meno validi che negli ultimi anni vengono sviluppati dalle più disparate compagnie cinematografiche. Fortunatamente non ci ritroviamo di fronte all’ennesima patetica fuga di animali da uno zoo, minestra più che riscaldata, annacquata ma il tema che contraddistingue Monster House è l’affascinante e inquietante mondo del paranormale. DJ è un ragazzino come tanti, undici primavere portate spensieratamente, vivace, allegro e curioso con un insana voglia di giocare, scopo essenziale nella breve vita di un ragazzo prossimo al critico periodo adolescenziale.

    Il suo entusiasmo però è frenato dalla presenza di un fastidioso e puntiglioso anziano vicino, nemico pubblico di ogni ragazzino del quartiere, che prontamente sequestra ogni giocattolo capiti inavvertitamente nel giardino della sua lugubre abitazione. Quando un giorno viene improvvisamente a mancare a causa di un improvviso malore, i bambini del vicinato vengono colti dalla curiosità di controllare da distanza ravvicinata quella che per anni ha rappresentato la loro più grande paura. La visita alla casa ormai abbandonata è affrontata con indomito coraggio da parte di DJ e dei suoi due migliori amici Timballo e Jenny, quello che però ignorano e che qualcosa di ben più spaventoso e pericoloso ha preso il posto dell’irritabile vicino passato ormai a miglior vita…

    THQ sviluppa il tie-in dell’omonimo film sottoforma di un inedito survival horror, non terrorizzante quanto un Project Zero ma più votato all’azione e all’umorismo nero, un prodotto decisamente più adatto ad un pubblico giovane con più di qualche similitudine con il buon Luigi’s Mansion per Gamecube. Durante il corso della spedizione guideremo i tre piccoli e coraggiosi esploratori all’interno del vecchio maniero stregato armati di fucili ad acqua… santa. Chi ha già avuto modo di vedere il film sa benissimo quale tipo di mostruosità ci attende una volta varcata la soglia della casa, a chi si fosse perso la pellicola invece basti sapere che nonostante si parli di una lugubre dimora infestata, in realtà non avremo a che fare con fantasmi, spettri e altre entità ectoplasmatiche, ma le mostruosità che incontreremo saranno per lo più autentici e nefasti fenomeni di poltergeist. La casa stessa è dotata di intelligenza propria, di conseguenza ci ritroveremo all’interno del suo corpo con squadroni di nemici costituiti da mobilia di vario genere pronti a terrorizzarci. Piatti, coltelli, libri che si scaglieranno violentemente verso i poveri malcapitati, sedie che prenderanno improvvisamente vita, travi e tubi impazziti e ogni sorta di soprammobile, arredo e suppellettile diventerà un possibile nemico da abbattere con getti ben piazzati di acqua benedetta. Il corso degli eventi porterà al continuo cambiamento di personaggio: i tre amici proseguiranno ognuno in una direzione opposta per poi raggiungere in situazioni temporali diverse le medesime stanze, e grazie alle loro diverse caratteristiche potranno in questo modo aiutarsi a vicenda aprendo porte, trovando chiavi ed eliminando ostacoli. Se DJ infatti come arma secondaria disporrà dell’accecante flash di una macchina fotografica, Timballo potrà scagliare potenti gavettoni annientando con pochi colpi più nemici alla volta, Jenny invece sarà equipaggiata con una micidiale fionda da usare come arma e all’occorrenza utile per colpire interruttori altrimenti inaccessibili.

    Nonostante la presenza di tre diversi protagonisti però le situazioni si ripeteranno sempre più frequentemente. Da notare che l’ambiente di gioco alla fine è rappresentato da una casa e che stanza dopo stanza in poco tempo avremo già visto tutto quello che c’è da scoprire, tra l’altro ogni ragazzino si troverà a visitare le medesime locazioni precedentemente perlustrate dal compagno d’avventura rendendo presto monotona l’esplorazione della magione. La difficoltà riscontrata è medio bassa, le munizioni a disposizione rappresentate da caricatori d’acqua sono pressochè infinite e gli unici due fattori che costituiscono un reale pericolo nelle situazioni più caotiche sono la continua ricarica dell’arma che non consentirà quindi un getto continuo e la mira mal calibrata, ma questo è dovuto alla cattiva gestione della telecamera e alla risposta poco immediata dei comandi. Graficamente Monster House si difende bene con una quantità insolita di poligoni e texture di buona qualità che rendono l’atmosfera del gioco molto in sintonia con quella del film. La casa, vero protagonista principale è ricreata minuziosamente ed ogni stanza è ricca di dettagli e oggetti, un plauso và inoltre agli effetti luce pur non raggiungendo i livelli visti in altri giochi simili come in Project Zero, Silent Hill o il già citato Luigi’s Mansion. In definitiva THQ è riuscita a sfornare un decente gioco su licenza, impresa ardua di questi tempi. Monster House segue abbastanza fedelmente la trama del film e con essa anche l’ironica vena di terrore sperimentata nella pellicola. Un discreto action adatto esclusivamente ad un pubblico giovane e a chi ha visionato con entusiasmo il buon film d’animazione.
     
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