[Recensione] Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2

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  1. {GH}Pocho
     
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    Prima o poi la fine arriva per ogni cosa, anche per le saghe lunghe e campioni di incassi: dopo sette libri, otto film e un numero ancora maggiore di videogiochi, anche per Harry Potter è giunto il momento di salutare definitivamente il suo pubblico cinematografico e, di conseguenza, videoludico, almeno nella sua incarnazione più famosa. Dato che non escludiamo infatti nuove uscite targate Lego sugli schermi delle nostre console, più o meno portatili...

    Lo scontro finale

    Come ben sapete, per lucrare il più possibile sulla gallina dalle uova d’oro, la Warner Bros ha deciso di dividere l’ultimo libro in due parti, la cui seconda e conclusiva è uscita pochi giorni fa sugli schermi di tutto il mondo: un film pieno d’azione e dramma, che mette finalmente di fronte gli eterni rivali, Harry e Voldemort, consapevoli che, alla fine, solo uno dei due potrà sopravvivere. Chi mai sarà? Se davvero esiste qualcuno che è riuscito a non avere spoiler sul finale nonostante siano passati anni dall’uscita del libro, non saremo certo noi a rovinargli la sorpresa. Il gioco dunque ci mette nei panni dei protagonisti dell’ultima parte della saga, Harry in primis ma non solo, perché personaggi come Hermione Granger, la professoressa McGranitt o l’ex imbranato Neville Paciock avranno da dire la loro nei momenti decisivi della storia.

    Ultimo anno di scuola

    Bisogna ammettere che il punto forte di quasi tutti i tie-in tratti dalla saga cinematografica di Harry Potter (con l’eccezione del quarto capitolo) è stata la riproduzione di Hogwarts, in cui il protagonista trascorreva gran parte del suo tempo tra esplorazione, lezioni, missioni e giochi, solo saltuariamente interrotta da sequenze scriptate che facevano avanzare la trama di quell’episodio. Purtroppo con l’ultimo capitolo della saga questo non era più possibile: morto Silente e con Voldemort alle calcagna, il buon Harry non poteva certo trascorrere un tranquillo anno di studi nella celebre scuola di Magia e Stregoneria, di cui ora è preside l’odiato Piton.
    Come già il precedente videogioco, dunque, anche questo Harry Potter e i Doni della Morte - parte 2 adotta un approccio decisamente d’azione. I vari livelli sono caratterizzati da scontri molto simili, come impostazione, ad uno sparatutto in terza persona, senza libertà d’esplorazione e con pochissima interazione con lo scenario.
    La trama e le ambientazioni ricalcano ovviamente quelle del film, anche se le situazioni sono leggermente diverse e più sintetiche, a causa probabilmente dello sviluppo parallelo di film e gioco, che non ha consentito agli sviluppatori di vedere le scene finite. Per quanto affrettata la narrazione è comunque abbastanza ben sviluppata e senza i salti logici che caratterizzavano altri titoli della saga: per quanto la conoscenza della storia sia data per scontata, si tratta comunque di una soluzione apprezzabile.

    Call of Potter

    Quello che viene chiesto al giocatore nel corso dei livelli è sostanzialmente di sconfiggere a colpi di incantesimo tutti i nemici che gli si parano davanti. Harry può ripararsi dietro coperture di fortuna, per evitare i colpi nemici e recuperare in fretta le energie, ma anche per godere di protezione mentre spara agli avversari. La strategia richiesta è minima, anche a causa dell’inesistente intelligenza virtuale dei nemici, che quando non corrono scriteriatamente incontro ai protagonisti, sono impegnati a nascondersi malamente.
    In sostanza ci troviamo di fronte ad un titolo che per esigenze di gameplay finisce con lo stravolgere il risultato degli incantesimi usati di volta in volta dai protagonisti.
    Come da manuale, si parte con un paio di magie, le più elementari: Stupeficium è l’incantesimo di attacco base, che “spara” delle sfere energetiche con cui colpire l’avversario, stando attenti a non esagerare perché diventa via via più impreciso se lanciato senza sosta. Protego consente di creare una barriera che ci ripara per qualche istante dagli attacchi avversari, permettendoci ad esempio di raggiungere un riparo. In seguito si sbloccano altri incantesimi come Expelliarmus, Petrificus Totalus, Expulso, Confrigo, Impedimenta: il problema è che nessuno di loro è fedele a quanto visto in libro e film, dato che sono stati tutti adattati in senso offensivo, diventando raffiche di colpi, incanti esplosivi, colpi a ricerca, ovvero andando a scimmiottare le più comuni classi di armi presenti in quasi tutti gli sparatutto in terza persona. Unica eccezione Expelliarmus, l’incantesimo da usare contro i nemici che abbiano Protego attivato, unico vero elemento di strategia durante gli scontri.
    I livelli si susseguono divisi in aree, per superare le quali è necessario alternativamente o raggiungere un determinato punto, oppure difendere un compagno intento ad aprire porte e cancelli con Alohomora; ci si muove quasi sempre in compagnia, ma i personaggi mossi da I.A. non risultano mai di particolare utilità. L’esplorazione è molto ridotta e confinata al solo recupero di bonus e segreti disseminati nei vari livelli. Le azioni a disposizione sono molto limitate, i personaggi possono correre, ripararsi, lanciare incantesimi e… basta, salti ed arrampicate non sono contemplati. Si vestono i panni di vari personaggi, che però non si distinguono gli uni dagli altri quanto a capacità. Va detto che la scelta di offrirci più punti vista si rivela vincente, regalandoci alcune delle missioni più suggestive del gioco, come la discesa di Ron e Hermione nella Camera dei Segreti, o la disperata difesa di Hogwarts da parte di studenti e professori.

    Harry saetta

    Tecnicamente il gioco si avvantaggia di una buona riproduzione degli attori, con movenze ed espressioni convincenti: le ambientazioni del film sono state fedelmente riprese, così come quelle inedite appaiono perfettamente inerenti al contesto. Purtroppo non godono di altrettanta cura i modelli dei nemici, che presentano scarsissima varietà, restituendo l'impressione di affrontare un esercito di cloni.
    Il titolo si avvale della colonna sonora ufficiale, mentre il doppiaggio italiano presenta voci diverse rispetto a quelle ascoltate nel film, alcune provenienti dai capitoli precedenti: il livello è appena sufficiente, ma si segnalano alcune situazioni in cui le voci appaiono come deformate.
    La longevità è il vero tallone d’Achille di questa produzione: nonostante il sistema di controllo non proprio immediato, il gioco è semplice e dura pochissimo, si finisce in 4-5 ore, dopodiché l’unico invito alla rigiocabilità andrebbe ricercato nella possibilità di riaffrontare i livelli in modalità Sfida: considerando che non è prevista nessuna possibilità di giocare in cooperativa, appare francamente un po’ poco per giustificare l’esborso richiesto.
     
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0 replies since 29/7/2011, 19:55   52 views
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