[Recensione] Resident Evil 5

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    Marco "Sidmarko" Locatelli - del 21/09/2009 Quest’anno non c'è di certo crisi per il videogioco su PC, lo testimonia anche il fatto che un colosso come Capcom abbia deciso di puntare su questo mercato, per molti considerato ormai al tramonto, se non fosse per i faraonici introiti che riescono a garantire alle software house i mmorpg, alias miniere d’oro, come World of Warcraft o simili. Forse questo è dovuto anche allo sviluppo a macchia d’olio di una pirateria che non risparmia niente e nessuno. Invece nonostante tutte queste maldicenze eccoci qua, un’altra volta, a goderci sulla nostra piattaforma preferita la nuova incarnaizone del brand Resident Evil giunto al suo quinto episodio, più in forma che mai, anche se un po’ diverso di un tempo.

    Cervelli spappolati e zombie mutilati
    Le vicende che fanno da sfondo a Resident Evil 5 si svolgono dieci anni dopo il primo e tanto ossequiato Resident Evil nell’ormai lontanissimo, videoludicamente parlando, 1996. Paradossalmente Resident Evil 5 a differenza delle classiche ambientazioni lugubri, tipiche degli episodi precedenti è ambientato in una luminosa nonché fittizia regione africana: Kjuju. Qui il protagonista Chris Redfield, vecchia conoscenza per i fan della saga, è accompagnato da una new entry, una certa Sheva Alomar, grintosa e sexy ragazza dai tratti somatici e orpelli tipicamente africani. Abbandonata la squadra speciale S.T.A.R.S. di cui faceva parte, Chris si è aggregato, con la nuova compagna, ad una società creata con l’obiettivo di combattere le minacce biologiche e di fermare il traffico di armi virali: la B.S.A.A. (Bioterrorism Security Assessment Alliance). Gli abitanti di Kjuju, sono stati infetti da uno strano virus letale che li trasforma in esseri aggressivi senza cervello, chiamati Majini, molto simili ai Ganados di Re4, con la smania di attaccare irrazionalmente chiunque, Chris e Sheva compresi. I due protagonisti dovranno allora cercare di capire chi sta dietro la creazione di questo terribile virus, barcamenandosi a suon di pallottole fumanti, tra cervelli spappolati e zombie mutilati.

    Survival o action?
    Sebbene alle prime battute sembrerà di vedere una giocabilità inalterata rispetto a quella vista su Resident Evil 4, dopo pochi minuti di gioco ci si rende conto di trovarsi di fronte un gameplay che ne trae spunto, ma viene parzialmente rinnovato. Prima di tutto la visuale, sempre in terza persona, dispone di una ampia visione di gioco, e i movimenti aggiungono la possibilità di spostarsi anche lateralmente. Una volta impugnata un’arma è impossibile però fare un qualsiasi spostamento, caratteristica che rende il tutto più angosciante, ma anche frustrante, nonostante sia una prerogativa ormai intrinseca del brand Resident Evil. Sentirsi incapace crea infatti più paura nel giocatore. La novità più eclatante sta nella presenza della compagna, che combatterà al fianco del giocatore durante tutta l’avventura. Gestita discretamente dall'Intelligenza Artificiale nella modalità single player, può essere utilizzata da un amico nella modalità multiplayer cooperativa online. Nel singolo, oltre ai combattimenti, dove ovviamente la partner darà un’importante aiuto per avere la meglio sui Majini, sarà importante gestire al meglio l’inventario. C’è infatti la possibilità di scambiare armi e oggetti in qualsiasi momento, facendo attenzione però nel dosare le risorse fra i due personaggi. Inoltre Sheva durante gli scontri, da buona infermierina, avrà molta dedizione nei confronti di Chris, curandolo non appena il suo livello di salute scenderà. Sarà vostro compito allora, non essere troppo egoisti e dare anche voi una mano alla compagna quando si troverà in difficoltà, lasciandole una buona dose di munizioni e armi. Nel multiplayer la storia cambia, in quanto dietro le spoglie di Sheva si troverà una persona in carne ed ossa, dove potrebbe trattarsi di un buon amico, ma anche di uno sconosciuto magari poco generoso. Il livello di difficoltà del gioco non è proprio da casual gamer, si dovranno infatti affrontare sin dalle prime battute zombie a bizzeffe, il che potrebbe portare i giocatori meno smaliziati a perdere subito la pazienza abbandonando il gioco. Dopo qualche minuto di gioco però, acquisita una certa dimestichezza e entrati nell’ottica del gioco, la difficoltà farà parte delle note positive del gioco, risultando mai ripetitivo e mantenendo sempre alta la soglia di sfida, anche grazie ad un ottimo level design. La longevità del titolo farà sicuramente storcere il naso ai fan più incalliti, la durata della campagna in singolo ammonta infatti a solo 7-8 ore di gioco. In questa versione PC l’unica vera novità, ignorando i due costumini extra disponibili alla fine della avventura, è la modalità No Mercy che consta in una vagonata di zombie pronti a saltare addosso ai poveri Chris e Sheva. Questà modalità si allontana molto da quelle che sono le caratteristiche di un gioco come Resident Evil, anche il sistema di combattimento, lento e macchinoso, non aiuta di certo ad avere la meglio sugli zombie, che in certi frangenti arrivano a più di venti contemporaneamente sullo schermo. Consigliata quindi a giocatori più esperti e che vogliono un alto livello di sfida, quasi al limite del possibile. Siamo quindi di fronte, cosa che si era già intravista con Re4, ad una definitiva svolta. Non si può più definire “solo” survival horror un gioco che oramai assomiglia sempre di più ad uno sparatutto in terza persona, con qualche infarinatura di horror qua e là, testimoniata per lo più da qualche cutscene da film horror alla “notte horror” e dai soliti zombie da uccidere. Anche gli enigmi, molto importanti nelle vecchie versioni, sono stati ridotti ai minimi termini, sostituiti da sequenze di gioco molto più dinamiche e action. Questo potrebbe allontanare gli amanti del genere survival horror, nonché della serie, ma in fondo Resident Evil 5 ha ancora dentro di se un’anima horror che lo porta a essere classificato, secondo chi scrive, come un ibrido.

    Conversione ad hoc
    La grafica è indubbiamente, anche passati cinque mesi dall’uscita, uno dei punti forti di questo Resident Evil, e nella versione PC siamo di fronte ad una conversione, come visto anche per Street Fighter IV, fatta a dovere. Modelli poligonali ben realizzati, texture ad alta definizione quasi in tutte le occasioni, ottimi effetti particellari e di illuminazione. Purtroppo il livello è ancora quello visto nella versione console, se non fosse per la possibilità di aumentare la risoluzione o un frame rate che può salire fino a 60fps (ovviamente disponendo di un computer all’altezza) contro i 30 delle controparti console. La presenza delle DirectX 10 non aggiunge nulla di concreto, se non quello di rendere il gioco più difficile da digerire; non è di certo una novità l'ancora mancato completo supporto alle ultime librerie di casa Microsoft. Con la nostra configurazione, dotata di un Quad Core QX6800, una GeForce GTX 295 e 4 GB di RAM DDR2 in ambiente Vista 64bit il gioco difficilmente scendeva sotto i 50-60 fps, con una risoluzione di 1900x1200, dettagli al massimo e il filtro Antialiasing impostato su 8x. Tutto sommato niente di incredibilmente pesante, anche se nemmeno troppo leggero, con la possibilità comunque di scalare in maniera minuziosa le impostazioni grafiche, trovando il giusto compromesso qualità-fluidità. Il comparto audio risulta nel complesso buono, anche se manca un doppiaggio del parlato in italiano, la lingua d’oltremanica è stata ben implementata e le canzoni di sottofondo non appaiono mai fuori luogo. Per gli amanti del gaming fra tastiera e mouse ci sono buone notizie, infatti il sistema di controllo, a differenza di quanto visto su Resident Evil 4, è stato ottimizzato in maniera perfetta. Inizialmente sarà più ostico l’utilizzo di questa periferiche rispetto al più intuitivo gamepad, ma dopo un po’ di pratica i comandi risulteranno molto più precisi e veloci. Il mirino laser è stato sostituito con uno più grande e dedicato ai comandi dei pcisti, nonché l’uso dei tasti della tastiera che si rivelano più dinamici e comodi nel gestire l’inventario, girarsi o attaccare con il coltello.

    Hardware
    Requisiti Minimi
    Sistema operativo: Windows® XP, Windows Vista o Windows 7
    Processore: Intel Pentium D Processor o superiore, AMD Athlon64 X2 o superiore
    RAM: Windows XP: 512 MB, Windows Vista: 1 GB
    Scheda video: Scheda grafica DX9 con supporto per Pixel Shader 3.0
    DirectX: 9.0c
    Hard Disk: 8GB

    Commento Finale
    Cinque mesi di ritardo sono, solo in parte, giustificati dall’ottima conversione realizzata da Capcom, ormai una certezza visti i precedenti. D’altro canto non sono state inserite novità rilevanti rispetto alle versioni console. Siamo ancora di fronte allo stesso prodotto visto a Marzo, ma su di una piattaforma diversa, che per superiorità tecnica riesce a spremere ancora di più l’eccellente motore grafico del gioco, l’MT Framework. Che si tratti di un action o un survival horror ormai poco importa, di fatto la verità sta nel mezzo, ma concediamo il beneficio del dubbio per chi non si accontenta mai.
     
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