[RECENSIONE] Borderlands

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  1. saske uchiha94
     
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    Sin dal giorno del suo annuncio, Borderlands è riuscito un poco alla volta a catturare sempre più attenzione su di sé grazie alle dichiarazioni degli sviluppatori di voler proporre una formula di gameplay piuttosto inedita e ad un azzeccato cambio di rotta nel design grafico. Il titolo Gearbox Software si presenta infatti come un ibrido tra RPG e sparatutto in prima persona, riuscendo nell’intento di non pendere eccessivamente verso nessuno dei due generi. Già sottoposto ad un nostro hands on pochi mesi fa, si era confermato come un titolo dalle ottime potenzialità, ma parzialmente annebbiato dal rischio di risultare ripetitivo sulla lunga distanza. Giunta finalmente in redazione la versione finale, abbiamo potuto mettere alla frusta questa promettente ventata di freschezza, modalità multiplayer inclusa.

    Alla ricerca del tesoro alieno...
    La trama che farà da sfondo al vostro girovagare per i livelli di gioco è facilmente descrivibile in poche righe. Il plot vi metterà nei panni di uno di quattro personaggi tra cui potete scegliere il quale, ispirato dalle leggende, si lancerà alla ricerca di un misterioso tesoro nascosto da un popolo alieno in una fantomatica Cripta. Il fattore narrativo non è un elemento centrale del titolo, che presenta comunque una caratterizzazione sicuramente ricercata sia dell’ambientazione che dei vari personaggi, che incontrerete durante le vostre peregrinazioni, quanto mai bizzarri. Questo vuoto non è necessariamente un aspetto negativo, in quanto il titolo non vuole mettersi in diretta concorrenza con titoli quali l’ultimo Fallout o Bioshock, ma proporre uno stile di gioco decisamente personale e soprattutto molto improntato sul multiplayer. Gli ambienti che vi ritroverete ad esplorare sono caratterizzati da un look “post-apocalittico”, dove terre desolate e costruzioni realizzate con materiali di scarto saranno l’abitudine. Non mancano anche zone sotterranee, idealmente assimilabili ai dungeon tanto familiari ai giocatori di ruolo. Degno di nota lo sforzo degli sviluppatori nel dar vita ad un ambiente di gioco realizzato con cura e denso di elementi, che comunque non riescono a far sparire del tutto una cronica monotonia di fondo.
    A giustificare il vostro girovagare per le desolate terre di Pandora ci penserà un ricco quanto variegato insieme di quest, che come da tradizione RPG non dovranno essere portate a compimento in ordine, ma avranno come unica discriminante il livello richiesto. Sempre da tradizione ruolistica, infatti, il vostro personaggio accrescerà le proprie capacità a suon di punti esperienza che ne aumenteranno il livello (con un cap fissato al cinquantesimo).
    Sempre scandito dalla crescita del vostro alter ego è l’apprendimento di particolari abilità differenti per ogni personaggio, le quali permettono un buon grado di personalizzazione. Nell’apposito menu è infatti possibile notare uno schema ad albero suddiviso in tre rami, con diverse skill da apprendere utilizzando i punti abilità ottenuti passando di livello. I quattro diversi personaggi fanno le veci di quattro differenti classi, tra le quali potrete scegliere quella che meglio si adatta alle vostre preferenze. Troverete quindi Brick, omone muscoloso e perfetto per gli scontri ravvicinati, la bella Lilith, capace di utilizzare poteri che in un fantasy avremmo definito magici, Mordecai, il cacciatore che fa del fucile da cecchino il suo migliore amico e che quindi si presta perfettamente all’eliminazione dei nemici dalla lunga distanza ed in fine Roland, soldato caratterizzato da una buona versatilità. Ognuno è quindi specializzato nell’utilizzo di armi differenti e soprattutto possiede una particolare abilità, attivabile col dorsale sinistro, che vedrà il primo scagliarsi contro i propri avversari tirando pugni potentissimi, la seconda divenire invisibile per poter sferrare così letali attacchi alle spalle, il terzo lanciare all’attacco la propria aquila e l’ultimo attivare una torretta automatica.

    I fantastici 4?
    Una volta avviata la vostra partita, il gioco si premurerà di istruirvi al particolare gameplay che lo caratterizza, grazie ad un simpatico robottino prodigo di utili consigli. I controlli risulteranno da subito familiari ai giocatori di FPS, ma nascondono in realtà diversi elementi di gameplay ereditati dall’RPG. Ogni colpo portato a segno toglie infatti un quantitativo di energia ben visibile a schermo e calcolato in base a diversi parametri propri dell’arma impugnata, influenzati sia dalle caratteristiche del personaggio che del mal capitato di turno. Una volta ridotti in poltiglia gli avversari è possibile fare incetta di oggetti utili, generati in tempo reale rispettando diversi criteri anch’essi propri della tradizione ruolistica. Direttamente dagli RPG online, le armi “droppate” risultano suddivise in categorie in base alla rarità e contrassegnate dai colori grigio, verde, blu e viola. Il sistema implementato dagli sviluppatori fa sì che queste siano sempre diverse, in quanto rese uniche da caratteristiche generate casualmente. Se sulla carta il sistema poteva sembrare solo una feature da press release (erano infatti state annunciate più di tre milioni di armi differenti), pad alla mano il tutto si è rivelato sorprendentemente efficiente. I diversi strumenti di morte sono infatti sempre relazionati al livello del giocatore, ed alcune caratteristiche particolari, come la capacità di causare danni da fuoco o scariche elettriche, vi porteranno a cambiare spesso l’equipaggiamento nell’arco dell’avventura. In definitiva, la sensazione che si prova sul campo di battaglia è di un sistema ibrido realizzato con competenza e che riesce a dare al gioco una freschezza inaspettata. Purtroppo la componente FPS risulta leggermente limitata a causa di un’Intelligenza Artificiale praticamente inesistente, che fa sembrare i vostri avversari dei bersagli mobili dei quali avere la meglio più che altro grazie al sapiente uso dell’equipaggiamento più adatto, che non a particolari manovre strategiche. La loro vera forza sarà infatti una resistenza direttamente proporzionale al livello che li caratterizza e soprattutto il loro numero. Ciò risulterà molto evidente quando vi ritroverete a tu per tu con i boss, che, una volta rimasti da soli, risultano piuttosto semplici da abbattere. Nulla di grave, in realtà, in quanto grazie all’ottima calibrazione dei vari elementi caratterizzanti le vostre statistiche e quelle degli oggetti che vi porterete appresso, la corretta gestione del vostro personaggio sarà già un elemento più che soddisfacente da curare.
    Combattere sarà sicuramente ciò che farete per la maggior parte del tempo, ma l’esperienza è acquisibile anche e soprattutto portando a termine le missioni, presenti in gran numero, seppure piuttosto canoniche: si tratta perlopiù di andare dal punto al A punto B, uccidere un certo numero di cattivi o trovare qualche oggetto sparso per la mappa. Il gameplay tende a rivelarsi ripetitivo, quanto meno nelle meccaniche, ma la grande libertà concessa e la vastità degli ambienti riescono nel non indifferente intento di tenere incollati allo schermo più di quanto si potrebbe pensare. Fortunatamente non mancano altri elementi di contorno quali le auto da utilizzare per velocizzare gli spostamenti. Ma è una volta collegata la console alla rete e trovati tre amici con cui giocare, che Borderlands da gioco interessante e divertente si trasformerà in un mostro capace di risucchiarvi in un pericoloso vortice di divertimento.

    Divertimento cooperativo
    Come anticipato nel cappello introduttivo il titolo Gearbox è infatti stato studiato per essere giocato in cooperativa fino a quattro persone. Creando una stanza di gioco apposita è possibile utilizzare uno dei propri personaggi già evoluti giocando da soli, o crearne di nuovi, per affrontare gli stessi campi di battaglia della campagna principale, con un sistema di generazione di mostri ed di oggetti riveduto ed adattato al fine di garantire una sfida più adeguata. Giocato in compagnia, quella pericolosa ripetitività che rischiava di fare capolino in singolo sparisce del tutto, favorendo un gameplay veloce, denso di sfide ed appagante e, soprattutto, che crea dipendenza, avvicinando per certi versi questo Borderlands ad un Left 4 Dead, senza tuttavia uguagliarne la profondità tattica. È inoltre possibile dividersi i ruoli nel caso si decida di utilizzare un auto, mettendosi al volante o alla torretta dotata di cannone, in pieno stile Halo. A livello tecnico le nostre prove non hanno evidenziato alcun problema in questo senso e la stessa ottimizzazione si è mostrata anche giocando in locale sulla stessa macchina sfruttando lo split-screen (purtroppo per soli due) giocatori. Non manca neanche la possibilità di affrontarsi in duello. È infatti possibile in qualunque momento lanciare il guanto di sfida ad uno dei propri compagni e ritrovarsi così chiusi per alcuni minuti in un’arena virtuale dove risolvere le reciproche tensioni a suon di sparatorie.

    Poligoni disegnati a mano
    Se un giocatore poco attento potrebbe confondere Borderlands per il fratello povero di Fallout 3, dubbio ampiamente fugato dal particolarissimo impianto di gioco, l’originale quanto azzeccata scelta di design compiuta dai Gearbox Software contraddistingue in modo inequivocabile il loro prodotto. Il cambio di rotta attuato durante la fase di produzione ha portato il gioco verso uno stile molto intrigante che lo fa assomigliare ad un fumetto animato. Ogni texture è infatti disegnata con tratti molto forti, che richiamano alla mente i bozzetti dei disegnatori, così come ogni personaggio risulta a suo modo esagerato e ben caratterizzato. Ci sentiamo di promuovere senza dubbio la scelta, che sacrifica per una volta caratteristiche tecniche da primato in favore di una ricercatezza indubbiamente apprezzabile. Un unico appunto lo si può fare alla ripetitività del paesaggio, che nonostante la vastità della mappa di gioco si ripresenta sostanzialmente molto simile a sé stesso per tutto l’arco dell’avventura, a causa di una colorazione fin troppo omogenea, penalizzando in parte l’ottimo lavoro di level design. Dal punto di vista tecnico invece si fa notare un problema di caricamento delle texture, molto evidente, ma fortunatamente presente solo appena entrati in una nuova area. Presenti all’appello anche tutta una serie di effetti grafici ben realizzati, quali esplosioni, riflessioni sull’acqua, fumo e così via, nonché l’alternanza giorno notte renderizzata in tempo reale.
    Molto buono il sonoro, con musiche particolari, quanto mai idonee all’atmosfera del gioco ed un doppiaggio in italiano ben fatto dal punto di vista interpretativo, un po’ meno per quanto riguarda alcune scelte piuttosto infelici in fase di traduzione. Poco male, comunque, visto il tono scanzonato che permea tutta l’esperienza di gioco. Eccellente la longevità che, grazie ad un elevato level cap e soprattutto alla componente multiplayer, si attesta su medie da gioco di ruolo.
    Recensione Videogioco BORDERLANDS scritta da FOLKEN
    Commento Finale
    Borderlands si è rivelato un ottimo gioco. Su tutte va premiata la volontà degli sviluppatori di proporre qualcosa di diverso, che oseremmo definire originale, con un gameplay ibrido RPG-FPS che funziona alla perfezione. Tutta l’immediatezza dei combattimenti tipici degli sparatutto si ritrova perfettamente a proprio agio in un ambiente ricco di statistiche, drop generati causalmente in tempo reale, abilità da apprendere e così via. Se comunque l’esperienza alla lunga ci è parsa rischiosamente ripetitiva, esplorata la vera anima del gioco, ovvero la modalità co-operativa online, il titolo decolla, garantendo tantissime ore di sano divertimento. Unite tutto questo ad un comparto grafico eccellente e anch’esso a suo modo originale, e comprenderete il valore di un prodotto fresco e adatto a tutti coloro i quali amano dedicare il proprio tempo a lunghe partite online.




    8,5 Grafica
    8,5 SONORO
    8,0 GIOCABILITÀ
    8,5 LONGEVITÀ
    8,2 VOTO FINALE



    SPOILER (click to view)
    fonte spaziogames
     
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0 replies since 21/10/2009, 12:36   161 views
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