[RECENSIONE] Marvel La Grande Alleanza 2

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  1. saske uchiha94
     
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    I crossover, ovvero i giochi che abbinano personaggi e situazioni di gioco prese da serie diverse e fatte convogliare in un’unica avventura, vanno molto di moda ultimamente, avendo spesso riscosso un buon successo di pubblico, cui però non sempre ha fatto da contraltare il giudizio della critica specializzata.
    Dopo i buoni risultati di vendita del primo Marvel Ultimate Alliance (La grande Alleanza qui da noi), in cui era trasposto praticamente l’intero universo Marvel in digitale, ecco arrivare, a quasi due anni di distanza e con la stessa modalità multipiattaforma, La Grande Alleanza 2, seguito diretto per la gioia dei fan dei fumetti della storica casa americana.

    Grandi poteri portano grandi responsabilità
    Diversamente dal primo episodio, in cui la trama era poco più che un mero pretesto per giustificare tale concentrazione di muscoli e super poteri, il filo narrativo dietro questo sequel risulta maggiormente sviluppato e ricalca abbastanza fedelmente quello della serie a fumetti denominata Civil War, in cui due fazioni di super eroi si trovavano contrapposte a causa di un atto di registrazione, resosi necessario, secondo il governo degli Stati Uniti dopo i disordini scoppiati a New York per una rappresaglia sui civili contro il gruppo di Nick Fury. E così, divisi, tra coloro che erano pronti a svelare la propria identità per il bene del paese, capeggiati da Iron Man, e coloro che rivendicavano la segretezza delle proprie generalità, con a capo Capitan America, i supereroi davano vita ad una lotta intestina senza esclusione di colpi.
    Come negli episodi per le console maggiori, anche ai possessori di Nintendo DSi sarà data la possibilità di scegliere per quale delle due fazioni combattere, a seconda del gusto personale: questo ovviamente causerà una differente composizione del roster di personaggi tra cui poter scegliere i quattro da controllare direttamente durante le missioni, che ammonterà a 15 volti diversi tratti dai fumetti Marvel.
    Come nel capitolo precedente, la visuale sarà isometrica, e lo scopo del gioco sarà farsi largo nei livelli tra orde di nemici che, oltre ad avere una fastidiosa tendenza a ricomparire una volta lasciata la stanza, hanno le stesse capacità intellettive di un comò: lungi dal voler sparare a zero sul lavoro dei ragazzi di n-Space, troviamo inaccettabile l’implementazione di routine di intelligenza artificiale così semplicistiche su una console che, seppur portatile, ha dato prova di grandi capacità.
    Lo stesso discorso vale, purtroppo, per i componenti del nostro team, con l’aggravante che spesso la loro idiozia costringerà il giocatore a tornare indietro alla loro ricerca solo per trovarli incastrati in chissà quale angolo, a correre a vuoto.
    Nonostante questo, il primo impatto con il gioco non è malvagio: la modalità principale è lunga e si lascia giocare, soprattutto dai fan del fumetto e da coloro che hanno speso centinaia di ore con il buon vecchio Diablo , re indiscusso degli hack’n’slash di matrice occidentale.
    Come potrete intuire, a parte che per la selezione dell’eroe direttamente controllabile e per l’utilizzo di alcune mosse speciali, il gioco non sfrutta minimamente né il pennino né il secondo schermo, mettendo a nudo la vera natura di questa produzione, che è quella di un porting e non di versione dedicata al piccolo portatile Nintendo.
    Si potrebbe obiettare che questo non è il primo né sarà l’ultimo gioco a non sfruttare a pieno le potenzialità intrinseche del rivoluzionario hardware nintendiano ma, laddove altri team di sviluppo hanno tentato di ovviare alla cosa aggiungendo qualche minigioco, dopo diverse ore di test non ci siamo imbattuti in nulla che sembrasse pensato e realizzato appositamente per la console dai due schermi, perché i controlli delle torrette si limitano a 2-3 momenti di gioco in un titolo che dura circa 10-15 ore. Davvero troppo poco.

    Eroi ma con diverse macchie
    I più attenti di voi (o anche solo chi ha avuto già modo di provare il titolo) avranno intuito, sin dalla parentesi aperta nel precedente capitolo sull’IA dei PNG presenti nel gioco, che purtroppo ci troviamo di fronte a un titolo che non eccelle nel campo della giocabilità e della risposta ai comandi impartiti dall’utente: il sistema di collisione degli sprite è pessimo, e non sarà raro trovarsi a picchiare l’aria mentre uno degli scagnozzi della parte avversa ci randella in comodità. In un gioco che fa dei combattimenti in tempo reale il suo cuore pulsante, poi, non poteva mancare un sistema di lock su un determinato nemico, che invece qui è assente. Queste due magagne riducono i combattimenti, che altrimenti risulterebbero divertenti e frenetici, a un esercizio di button mashing forsennato, che ben presto annoierà anche i fan più sfegatati dell’universo messo in piedi da Stan Lee.
    A ulteriore dimostrazione della poca dimestichezza con i due schermi e le dinamiche tipiche del gioco su DSi, i programmatori hanno scelto di non utilizzare lo schermo inferiore per la mappa, soluzione diffusissima per gli action game sullo stesso sistema: la tragica conseguenza è che, tra un combattimento e l’altro, l’unico modo per sapere dove il giocatore si sta dirigendo è richiamare il menu premendo il tasto Start spezzettando l’esperienza di gioco, già rallentata da alcuni dei difetti sopracitati.
    La cosa che delude maggiormente è che, nei (rari, purtroppo) momenti in cui queste lacune non si manifestano, La Grande Alleanza 2 si lascia giocare senza troppe difficoltà, complici dei nemici mai all’altezza della forza del nostro party ma anche di lati positivi, come la presenza di due eroi dedicati a questa edizione (She-Hulk e Sentry), una colonna sonora che non disturba mai l’azione di gioco e, più in generale, una rilassante esperienza “no brain”, perfetta dopo una giornata di lavoro o in attesa dell’autobus in ritardo.
    La soddisfazione delle prime ore di gioco, in cui gli artigli di Wolverine piuttosto che lo scudo di Capitan America mieteranno decine e decine di vittime, lascerà spazio a una agrodolce sensazione di routine, figlia del ripetersi di determinate ambientazioni (su tutte, interni bui e poco definiti), e di orde di nemici senza mai uno spunto, mai un picco di difficoltà, mai un pattern di attacco articolato. Con l’avanzare dell’avventura i nostri supereroi acquisteranno attacchi sempre più devastanti, capaci di uccidere un nemico “comune” in un solo colpo, mentre le armate avversarie raramente si discosteranno dal corrervi incontro e soccombere ai vostri poteri: se, sulla carta, l’utenza Nintendo DSi dovrebbe avere un’età media inferiore rispetto a quella dei possessori delle home console, non per questo era necessario abbassare così tanto il tasso di sfida, che si mantiene a galla solo in occasione di alcuni scontri con i boss di fine livello o con la fazione avversa di eroi.
    In questo senso, non ha molta importanza la curva di apprendimento, perché buona parte dei “villains” affrontati nelle prime battute di gioco si riproporranno anche negli ultimi livelli.

    Troppo super per un Nintendo DSi
    La realizzazione tecnica è il terzo indizio che concorre a formare la prova che il team di sviluppo non era avvezzo alla programmazione per la piccola di casa Nintendo: così buono da rovinare l’esperienza di gioco. Sembra un paradosso, ma così è. Viste le limitazioni tecniche della console, era impensabile far girare un gioco interamente tridimensionale (seppure i modelli dei nemici si somiglino un po’ tutti), con su schermo dai quattro agli otto personaggi contemporaneamente, senza dover scendere a compromessi in quanto a velocità generale. Infatti, nelle situazioni più concitate, La Grande Alleanza 2 arranca paurosamente, come farebbe una vecchia 500 su una salita alpina: l’azione su schermo rallenta in maniera evidente e questo, sommato all’imperfetto sistema di collisioni (tanto con i nemici vivi che con quelli morti) e alla necessità di mettere in pausa per orientarsi, rovina irrimediabilmente il divertimento di menar fendenti con i nostri eroi preferiti.
    Soprattutto per un titolo d’azione come questo, sarebbe forse stato meglio optare per una soluzione grafica meno gravosa per la CPU, e puntare piuttosto sulla frenesia degli scontri. Non tutto è da buttare, comunque: l’ambientazione totalmente tridimensionale è un lusso cui gli utenti di Nintendo DS non sono poi così abituati, e i fan non esiteranno a riconoscere ed apprezzare i modelli dei loro beniamini, immediatamente riconoscibili e dotati di animazioni convincenti, a differenza della marea indistinta di nemici.Fossimo stati in Activision, avremmo assoldato una delle magiche matite al soldo di Stan Lee anche per la realizzazione delle figure fisse per ogni personaggio, che stonano un po’ rispetto alla versione cartacea degli eroi.
    Il sonoro non si eleva al rango di imperdibile, ma svolge senza infamia né lode il suo compito, con rumori ambientali un po’ semplificati ma tracce di buon livello drammatico.
    Nota di merito per il multiplayer, in cui la presenza di modalità per quattro persone riesce ad ovviare alle carenze dell’intelligenza artificiale computerizzata, facendo guadagnare al titolo almeno mezzo punto, se giocato con coinquilini, amici o parenti assortiti.
    In generale, comunque, il gioco fa un passo indietro rispetto alle versioni pubblicate sulle altre piattaforme, e segna un esordio mediocre della serie su Nintendo DSi, che non aveva beneficiato del’episodio del 2007.

    I crossover, ovvero i giochi che abbinano personaggi e situazioni di gioco prese da serie diverse e fatte convogliare in un’unica avventura, vanno molto di moda ultimamente, avendo spesso riscosso un buon successo di pubblico, cui però non sempre ha fatto da contraltare il giudizio della critica specializzata.
    Dopo i buoni risultati di vendita del primo Marvel Ultimate Alliance (La grande Alleanza qui da noi), in cui era trasposto praticamente l’intero universo Marvel in digitale, ecco arrivare, a quasi due anni di distanza e con la stessa modalità multipiattaforma, La Grande Alleanza 2, seguito diretto per la gioia dei fan dei fumetti della storica casa americana.

    Grandi poteri portano grandi responsabilità
    Diversamente dal primo episodio, in cui la trama era poco più che un mero pretesto per giustificare tale concentrazione di muscoli e super poteri, il filo narrativo dietro questo sequel risulta maggiormente sviluppato e ricalca abbastanza fedelmente quello della serie a fumetti denominata Civil War, in cui due fazioni di super eroi si trovavano contrapposte a causa di un atto di registrazione, resosi necessario, secondo il governo degli Stati Uniti dopo i disordini scoppiati a New York per una rappresaglia sui civili contro il gruppo di Nick Fury. E così, divisi, tra coloro che erano pronti a svelare la propria identità per il bene del paese, capeggiati da Iron Man, e coloro che rivendicavano la segretezza delle proprie generalità, con a capo Capitan America, i supereroi davano vita ad una lotta intestina senza esclusione di colpi.
    Come negli episodi per le console maggiori, anche ai possessori di Nintendo DSi sarà data la possibilità di scegliere per quale delle due fazioni combattere, a seconda del gusto personale: questo ovviamente causerà una differente composizione del roster di personaggi tra cui poter scegliere i quattro da controllare direttamente durante le missioni, che ammonterà a 15 volti diversi tratti dai fumetti Marvel.
    Come nel capitolo precedente, la visuale sarà isometrica, e lo scopo del gioco sarà farsi largo nei livelli tra orde di nemici che, oltre ad avere una fastidiosa tendenza a ricomparire una volta lasciata la stanza, hanno le stesse capacità intellettive di un comò: lungi dal voler sparare a zero sul lavoro dei ragazzi di n-Space, troviamo inaccettabile l’implementazione di routine di intelligenza artificiale così semplicistiche su una console che, seppur portatile, ha dato prova di grandi capacità.
    Lo stesso discorso vale, purtroppo, per i componenti del nostro team, con l’aggravante che spesso la loro idiozia costringerà il giocatore a tornare indietro alla loro ricerca solo per trovarli incastrati in chissà quale angolo, a correre a vuoto.
    Nonostante questo, il primo impatto con il gioco non è malvagio: la modalità principale è lunga e si lascia giocare, soprattutto dai fan del fumetto e da coloro che hanno speso centinaia di ore con il buon vecchio Diablo , re indiscusso degli hack’n’slash di matrice occidentale.
    Come potrete intuire, a parte che per la selezione dell’eroe direttamente controllabile e per l’utilizzo di alcune mosse speciali, il gioco non sfrutta minimamente né il pennino né il secondo schermo, mettendo a nudo la vera natura di questa produzione, che è quella di un porting e non di versione dedicata al piccolo portatile Nintendo.
    Si potrebbe obiettare che questo non è il primo né sarà l’ultimo gioco a non sfruttare a pieno le potenzialità intrinseche del rivoluzionario hardware nintendiano ma, laddove altri team di sviluppo hanno tentato di ovviare alla cosa aggiungendo qualche minigioco, dopo diverse ore di test non ci siamo imbattuti in nulla che sembrasse pensato e realizzato appositamente per la console dai due schermi, perché i controlli delle torrette si limitano a 2-3 momenti di gioco in un titolo che dura circa 10-15 ore. Davvero troppo poco.

    Eroi ma con diverse macchie
    I più attenti di voi (o anche solo chi ha avuto già modo di provare il titolo) avranno intuito, sin dalla parentesi aperta nel precedente capitolo sull’IA dei PNG presenti nel gioco, che purtroppo ci troviamo di fronte a un titolo che non eccelle nel campo della giocabilità e della risposta ai comandi impartiti dall’utente: il sistema di collisione degli sprite è pessimo, e non sarà raro trovarsi a picchiare l’aria mentre uno degli scagnozzi della parte avversa ci randella in comodità. In un gioco che fa dei combattimenti in tempo reale il suo cuore pulsante, poi, non poteva mancare un sistema di lock su un determinato nemico, che invece qui è assente. Queste due magagne riducono i combattimenti, che altrimenti risulterebbero divertenti e frenetici, a un esercizio di button mashing forsennato, che ben presto annoierà anche i fan più sfegatati dell’universo messo in piedi da Stan Lee.
    A ulteriore dimostrazione della poca dimestichezza con i due schermi e le dinamiche tipiche del gioco su DSi, i programmatori hanno scelto di non utilizzare lo schermo inferiore per la mappa, soluzione diffusissima per gli action game sullo stesso sistema: la tragica conseguenza è che, tra un combattimento e l’altro, l’unico modo per sapere dove il giocatore si sta dirigendo è richiamare il menu premendo il tasto Start spezzettando l’esperienza di gioco, già rallentata da alcuni dei difetti sopracitati.
    La cosa che delude maggiormente è che, nei (rari, purtroppo) momenti in cui queste lacune non si manifestano, La Grande Alleanza 2 si lascia giocare senza troppe difficoltà, complici dei nemici mai all’altezza della forza del nostro party ma anche di lati positivi, come la presenza di due eroi dedicati a questa edizione (She-Hulk e Sentry), una colonna sonora che non disturba mai l’azione di gioco e, più in generale, una rilassante esperienza “no brain”, perfetta dopo una giornata di lavoro o in attesa dell’autobus in ritardo.
    La soddisfazione delle prime ore di gioco, in cui gli artigli di Wolverine piuttosto che lo scudo di Capitan America mieteranno decine e decine di vittime, lascerà spazio a una agrodolce sensazione di routine, figlia del ripetersi di determinate ambientazioni (su tutte, interni bui e poco definiti), e di orde di nemici senza mai uno spunto, mai un picco di difficoltà, mai un pattern di attacco articolato. Con l’avanzare dell’avventura i nostri supereroi acquisteranno attacchi sempre più devastanti, capaci di uccidere un nemico “comune” in un solo colpo, mentre le armate avversarie raramente si discosteranno dal corrervi incontro e soccombere ai vostri poteri: se, sulla carta, l’utenza Nintendo DSi dovrebbe avere un’età media inferiore rispetto a quella dei possessori delle home console, non per questo era necessario abbassare così tanto il tasso di sfida, che si mantiene a galla solo in occasione di alcuni scontri con i boss di fine livello o con la fazione avversa di eroi.
    In questo senso, non ha molta importanza la curva di apprendimento, perché buona parte dei “villains” affrontati nelle prime battute di gioco si riproporranno anche negli ultimi livelli.

    Troppo super per un Nintendo DSi
    La realizzazione tecnica è il terzo indizio che concorre a formare la prova che il team di sviluppo non era avvezzo alla programmazione per la piccola di casa Nintendo: così buono da rovinare l’esperienza di gioco. Sembra un paradosso, ma così è. Viste le limitazioni tecniche della console, era impensabile far girare un gioco interamente tridimensionale (seppure i modelli dei nemici si somiglino un po’ tutti), con su schermo dai quattro agli otto personaggi contemporaneamente, senza dover scendere a compromessi in quanto a velocità generale. Infatti, nelle situazioni più concitate, La Grande Alleanza 2 arranca paurosamente, come farebbe una vecchia 500 su una salita alpina: l’azione su schermo rallenta in maniera evidente e questo, sommato all’imperfetto sistema di collisioni (tanto con i nemici vivi che con quelli morti) e alla necessità di mettere in pausa per orientarsi, rovina irrimediabilmente il divertimento di menar fendenti con i nostri eroi preferiti.
    Soprattutto per un titolo d’azione come questo, sarebbe forse stato meglio optare per una soluzione grafica meno gravosa per la CPU, e puntare piuttosto sulla frenesia degli scontri. Non tutto è da buttare, comunque: l’ambientazione totalmente tridimensionale è un lusso cui gli utenti di Nintendo DS non sono poi così abituati, e i fan non esiteranno a riconoscere ed apprezzare i modelli dei loro beniamini, immediatamente riconoscibili e dotati di animazioni convincenti, a differenza della marea indistinta di nemici.Fossimo stati in Activision, avremmo assoldato una delle magiche matite al soldo di Stan Lee anche per la realizzazione delle figure fisse per ogni personaggio, che stonano un po’ rispetto alla versione cartacea degli eroi.
    Il sonoro non si eleva al rango di imperdibile, ma svolge senza infamia né lode il suo compito, con rumori ambientali un po’ semplificati ma tracce di buon livello drammatico.
    Nota di merito per il multiplayer, in cui la presenza di modalità per quattro persone riesce ad ovviare alle carenze dell’intelligenza artificiale computerizzata, facendo guadagnare al titolo almeno mezzo punto, se giocato con coinquilini, amici o parenti assortiti.
    In generale, comunque, il gioco fa un passo indietro rispetto alle versioni pubblicate sulle altre piattaforme, e segna un esordio mediocre della serie su Nintendo DSi, che non aveva beneficiato del’episodio del 2007.

    I crossover, ovvero i giochi che abbinano personaggi e situazioni di gioco prese da serie diverse e fatte convogliare in un’unica avventura, vanno molto di moda ultimamente, avendo spesso riscosso un buon successo di pubblico, cui però non sempre ha fatto da contraltare il giudizio della critica specializzata.
    Dopo i buoni risultati di vendita del primo Marvel Ultimate Alliance (La grande Alleanza qui da noi), in cui era trasposto praticamente l’intero universo Marvel in digitale, ecco arrivare, a quasi due anni di distanza e con la stessa modalità multipiattaforma, La Grande Alleanza 2, seguito diretto per la gioia dei fan dei fumetti della storica casa americana.

    Grandi poteri portano grandi responsabilità
    Diversamente dal primo episodio, in cui la trama era poco più che un mero pretesto per giustificare tale concentrazione di muscoli e super poteri, il filo narrativo dietro questo sequel risulta maggiormente sviluppato e ricalca abbastanza fedelmente quello della serie a fumetti denominata Civil War, in cui due fazioni di super eroi si trovavano contrapposte a causa di un atto di registrazione, resosi necessario, secondo il governo degli Stati Uniti dopo i disordini scoppiati a New York per una rappresaglia sui civili contro il gruppo di Nick Fury. E così, divisi, tra coloro che erano pronti a svelare la propria identità per il bene del paese, capeggiati da Iron Man, e coloro che rivendicavano la segretezza delle proprie generalità, con a capo Capitan America, i supereroi davano vita ad una lotta intestina senza esclusione di colpi.
    Come negli episodi per le console maggiori, anche ai possessori di Nintendo DSi sarà data la possibilità di scegliere per quale delle due fazioni combattere, a seconda del gusto personale: questo ovviamente causerà una differente composizione del roster di personaggi tra cui poter scegliere i quattro da controllare direttamente durante le missioni, che ammonterà a 15 volti diversi tratti dai fumetti Marvel.
    Come nel capitolo precedente, la visuale sarà isometrica, e lo scopo del gioco sarà farsi largo nei livelli tra orde di nemici che, oltre ad avere una fastidiosa tendenza a ricomparire una volta lasciata la stanza, hanno le stesse capacità intellettive di un comò: lungi dal voler sparare a zero sul lavoro dei ragazzi di n-Space, troviamo inaccettabile l’implementazione di routine di intelligenza artificiale così semplicistiche su una console che, seppur portatile, ha dato prova di grandi capacità.
    Lo stesso discorso vale, purtroppo, per i componenti del nostro team, con l’aggravante che spesso la loro idiozia costringerà il giocatore a tornare indietro alla loro ricerca solo per trovarli incastrati in chissà quale angolo, a correre a vuoto.
    Nonostante questo, il primo impatto con il gioco non è malvagio: la modalità principale è lunga e si lascia giocare, soprattutto dai fan del fumetto e da coloro che hanno speso centinaia di ore con il buon vecchio Diablo , re indiscusso degli hack’n’slash di matrice occidentale.
    Come potrete intuire, a parte che per la selezione dell’eroe direttamente controllabile e per l’utilizzo di alcune mosse speciali, il gioco non sfrutta minimamente né il pennino né il secondo schermo, mettendo a nudo la vera natura di questa produzione, che è quella di un porting e non di versione dedicata al piccolo portatile Nintendo.
    Si potrebbe obiettare che questo non è il primo né sarà l’ultimo gioco a non sfruttare a pieno le potenzialità intrinseche del rivoluzionario hardware nintendiano ma, laddove altri team di sviluppo hanno tentato di ovviare alla cosa aggiungendo qualche minigioco, dopo diverse ore di test non ci siamo imbattuti in nulla che sembrasse pensato e realizzato appositamente per la console dai due schermi, perché i controlli delle torrette si limitano a 2-3 momenti di gioco in un titolo che dura circa 10-15 ore. Davvero troppo poco.

    Eroi ma con diverse macchie
    I più attenti di voi (o anche solo chi ha avuto già modo di provare il titolo) avranno intuito, sin dalla parentesi aperta nel precedente capitolo sull’IA dei PNG presenti nel gioco, che purtroppo ci troviamo di fronte a un titolo che non eccelle nel campo della giocabilità e della risposta ai comandi impartiti dall’utente: il sistema di collisione degli sprite è pessimo, e non sarà raro trovarsi a picchiare l’aria mentre uno degli scagnozzi della parte avversa ci randella in comodità. In un gioco che fa dei combattimenti in tempo reale il suo cuore pulsante, poi, non poteva mancare un sistema di lock su un determinato nemico, che invece qui è assente. Queste due magagne riducono i combattimenti, che altrimenti risulterebbero divertenti e frenetici, a un esercizio di button mashing forsennato, che ben presto annoierà anche i fan più sfegatati dell’universo messo in piedi da Stan Lee.
    A ulteriore dimostrazione della poca dimestichezza con i due schermi e le dinamiche tipiche del gioco su DSi, i programmatori hanno scelto di non utilizzare lo schermo inferiore per la mappa, soluzione diffusissima per gli action game sullo stesso sistema: la tragica conseguenza è che, tra un combattimento e l’altro, l’unico modo per sapere dove il giocatore si sta dirigendo è richiamare il menu premendo il tasto Start spezzettando l’esperienza di gioco, già rallentata da alcuni dei difetti sopracitati.
    La cosa che delude maggiormente è che, nei (rari, purtroppo) momenti in cui queste lacune non si manifestano, La Grande Alleanza 2 si lascia giocare senza troppe difficoltà, complici dei nemici mai all’altezza della forza del nostro party ma anche di lati positivi, come la presenza di due eroi dedicati a questa edizione (She-Hulk e Sentry), una colonna sonora che non disturba mai l’azione di gioco e, più in generale, una rilassante esperienza “no brain”, perfetta dopo una giornata di lavoro o in attesa dell’autobus in ritardo.
    La soddisfazione delle prime ore di gioco, in cui gli artigli di Wolverine piuttosto che lo scudo di Capitan America mieteranno decine e decine di vittime, lascerà spazio a una agrodolce sensazione di routine, figlia del ripetersi di determinate ambientazioni (su tutte, interni bui e poco definiti), e di orde di nemici senza mai uno spunto, mai un picco di difficoltà, mai un pattern di attacco articolato. Con l’avanzare dell’avventura i nostri supereroi acquisteranno attacchi sempre più devastanti, capaci di uccidere un nemico “comune” in un solo colpo, mentre le armate avversarie raramente si discosteranno dal corrervi incontro e soccombere ai vostri poteri: se, sulla carta, l’utenza Nintendo DSi dovrebbe avere un’età media inferiore rispetto a quella dei possessori delle home console, non per questo era necessario abbassare così tanto il tasso di sfida, che si mantiene a galla solo in occasione di alcuni scontri con i boss di fine livello o con la fazione avversa di eroi.
    In questo senso, non ha molta importanza la curva di apprendimento, perché buona parte dei “villains” affrontati nelle prime battute di gioco si riproporranno anche negli ultimi livelli.

    Troppo super per un Nintendo DSi
    La realizzazione tecnica è il terzo indizio che concorre a formare la prova che il team di sviluppo non era avvezzo alla programmazione per la piccola di casa Nintendo: così buono da rovinare l’esperienza di gioco. Sembra un paradosso, ma così è. Viste le limitazioni tecniche della console, era impensabile far girare un gioco interamente tridimensionale (seppure i modelli dei nemici si somiglino un po’ tutti), con su schermo dai quattro agli otto personaggi contemporaneamente, senza dover scendere a compromessi in quanto a velocità generale. Infatti, nelle situazioni più concitate, La Grande Alleanza 2 arranca paurosamente, come farebbe una vecchia 500 su una salita alpina: l’azione su schermo rallenta in maniera evidente e questo, sommato all’imperfetto sistema di collisioni (tanto con i nemici vivi che con quelli morti) e alla necessità di mettere in pausa per orientarsi, rovina irrimediabilmente il divertimento di menar fendenti con i nostri eroi preferiti.
    Soprattutto per un titolo d’azione come questo, sarebbe forse stato meglio optare per una soluzione grafica meno gravosa per la CPU, e puntare piuttosto sulla frenesia degli scontri. Non tutto è da buttare, comunque: l’ambientazione totalmente tridimensionale è un lusso cui gli utenti di Nintendo DS non sono poi così abituati, e i fan non esiteranno a riconoscere ed apprezzare i modelli dei loro beniamini, immediatamente riconoscibili e dotati di animazioni convincenti, a differenza della marea indistinta di nemici.Fossimo stati in Activision, avremmo assoldato una delle magiche matite al soldo di Stan Lee anche per la realizzazione delle figure fisse per ogni personaggio, che stonano un po’ rispetto alla versione cartacea degli eroi.
    Il sonoro non si eleva al rango di imperdibile, ma svolge senza infamia né lode il suo compito, con rumori ambientali un po’ semplificati ma tracce di buon livello drammatico.
    Nota di merito per il multiplayer, in cui la presenza di modalità per quattro persone riesce ad ovviare alle carenze dell’intelligenza artificiale computerizzata, facendo guadagnare al titolo almeno mezzo punto, se giocato con coinquilini, amici o parenti assortiti.
    In generale, comunque, il gioco fa un passo indietro rispetto alle versioni pubblicate sulle altre piattaforme, e segna un esordio mediocre della serie su Nintendo DSi, che non aveva beneficiato del’episodio del 2007.

    7,0 Grafica
    6,0 SONORO
    5,0 GIOCABILITÀ
    6,0 LONGEVITÀ
    5,7 VOTO FINALE


    SPOILER (click to view)
    fonte spaziogames
     
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0 replies since 15/10/2009, 17:26   155 views
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