[Recensione]Battlefield 1943

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  1. Brutus Wolf
     
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    Dodici euro e novantanove centesimi. Questo è il prezzo, modesto anche in questi tempi di crisi economica, da pagare senza battere ciglio per ricevere in cambio ore, giornate, nottate intere di sano e spensierato divertimento online. Con buona pace di mamme e mogli che, specie quando fuori c'è il sole (o la luna), ci vorrebbero fuori di casa impegnati in intrattenimenti più sani (peccato che, non so voi, io aborrisca racchettoni, ping pong, calcio balilla e scala quaranta...).

    Una manciata di euro, si diceva, basta in questa calda estate per raggiungere (virtualmente) le calde e assolate spiagge del Pacifico, dove gli ombrelloni e i chioschi delle bibite sono sostituiti da ostacoli anti sbarco e bunker irti di mitragliatrici. Via il costume da bagno, tenuta poco adatta agli scenari di guerra proposti dal gioco, meglio tirare fuori dal cassetto la divisa verde oliva dei marines degli Stati Uniti, o quella cachi della Fanteria di Marina Imperiale giapponese e imbracciare il Garand, o l'Arisaka, preparandoci a battaglie senza quartiere. Ovviamente, non dimenticate di verificare la scadenza del vostro abbbonamento Live Gold. BF 1943 è un gioco esclusivamente online, fatta eccezione per un tutorial dedicato ai novizi, che i più esperti salteranno a piedi pari.

    Il teatro di guerra, lo sanno anche i sassi, nell'era della comunicazione globale, è quello del Pacifico e quel 1943, più che voler fornire un riferimento storico (l'unica delle battaglie combattute nelle località riprese nelle mappe del gioco che ebbe luogo anche, ma non solo, durante quell'anno fu quella di Guadalcanal), intende sostituire l'informatico 2.0 dopo il nome blasonatissimo del franchise Battlefield, riprendendo le fila, dopo anni di Vietnam, Ventunesimo e Ventiduesimo Secolo, di quel mitico Battlefield 1942, anche quello ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, che con tutti i suoi bug e i problemi delle prime connessioni veloci a Internet, ci regalò la prima vera esperienza di guerra FPS totale.

    La necessità di mantenere un costo contenuto, oltre a quella secondo me di mantenere aperta l'opzione di una successiva vendita a pacchetti di mappe, veicoli e altre feature supplementari, ha portato ali rilascio di un gioco in versione abbastanza “leggera”. Tre classi di combattente per ciascuno schieramento (identiche, a discapito delle diverse uniformi e armi; unica differenza rilevante e il meccanismo semiautomatico di sparo del Garand, che avvantaggia il fuciliere americano, a discapito del giapponese armato con il più antiquato Arisaka), un veicolo leggero, un mezzo corazzato, uno navale e un aeroplano (per gli americani il Corsair e per i nipponici il famoso Zero) per ciascun esercito.




    Quattro, invece, le mappe disponibili. Wake, Guadalcanal e Iwo Jima ospitano gli scontri terrestri tradizionali, basate come di consueto sulla conquista di punti di controllo che aumentano il costo dei punti respawn che il nemico dovrà a adoperare per riportare in vita i caduti. Chi dei due schieramenti resta per primo a secco perderà la partita. Mar dei Coralli, invece, è riservata alla modalità Superiorità Aerea, dove l'unica opzione possibile, per chi non vuole trascorrere la battaglia a passeggiare sul ponte della portaerei o a tentare bieche tecniche di “campering” alla postazione antiaerea montata su di esso, è quella di salire nell'abitacolo di un caccia e andare a scontrarsi in aria contro gli aeroplani nemici.

    Per onore di cronaca mi preme dire che questa opzione, ancorché gradita (tutto fa brodo, o zuppa di misoshiru, se preferite...), è tutt'altro che il punto di forza del gioco. Dopo un po', complice la semplicità arcade dei controlli di volo e una gestione un po' erratica delle traiettorie di tiro delle mitragliatrici, i novelli Saburo Sakai o “Pappy” Boyington finiranno per ripiegare le ali e cercarsi altri cieli in cui combattere.

    Al contrario, le mappe pensate per i combattimenti a terra, dove peraltro gli aerei svolgono un ruolo CAS (Close Air Support) fondamentale con la loro possibilità di effettuare mitragliamenti e bombardamenti in picchiata, sono decisamente eccellenti e strutturate in modo ottimale.
    Fortini, ostacoli anti carro, trincee, edifici e postazioni fisse di mitragliatrici costellano l'orografia del terreno, punteggiata di macchie d'alberi e altre asperità naturali che costringono i combattenti di entrambe le fazioni a scelte tattiche accorte, e rendono ogni assalto al Suribachi (il vulcano trincerato di Iwo Jima reso celebre dai due recenti film di Clint Eastwood sulla conquista dell'isola, e dall'altrettanto famoso e omonimo classico con John Wayne nella parte del mitico sergente Stryker) e ogni sbarco sulla spiaggia di Wake o di Guadalcanal un'esperienza memorabile.

    Le tre classi di combattente, fuciliere, assaltatore e sniper, sono equilibrate e dotate di equipaggiamento aggiuntivo che costringe ad una scelta accorta il giocatore. Ciascuna di esse, infatti, risulta adatta a particolari situazioni e perdente in altre. Il fuciliere, ad esempio, è ottimo sulle distanze medie, oltre che dotato di micidiali granate e di lanciagranate sul fucile, ottimi strumenti per ripulire una casamatta avversaria o una trincea. L'assaltatore, invece, è dotato di chiave inglese che gli permette di riparare i veicoli danneggiati, oltre che di un bazooka che risulta fondamentale, quando il nemico attacca a bordo di carri. Di contro il suo mitra è buono solo a corta distanza e molto impreciso.
     
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0 replies since 4/8/2009, 09:12   84 views
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