[RECENSIONE]Iridium Runners

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  1. kekko51
     
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    Per un appassionato di videogiochi, svolgere il ruolo di redattore è una soddisfazione immensa insita nel riuscire a rendere un “dovere” un piacere. Il risvolto (negativo) della medaglia appare sempre appannato o di scarsa rilevanza fino a quando un bel giorno ti ritrovi a dover giudicare un titolo nostrano. Iridium Runners è infatti figlio dell’italianissima software house milanese Playstos Entertainment, da poco attiva sul mercato. Tutto ciò non deve distogliere però da un irrinunciabile “senso morale” che impone imparzialità ed oggettività. Caratteristiche che, non nego, stavolta avrei preferito lasciare da parte.

    Una futuristica maratona
    Altro che il calcio: intorno alla metà di questo secolo, lo sport con il maggior indice di share è l’Iridium Championship, con quattro associazioni (composte da 5 atleti ciascuno) pronte a combattere per la vittoria. Le guerriglie avvengono su piste tanto tecnologiche quanto “fredde” e il modus operandi riprende a piene mani dai notissimi Mario Kart e Crash Team Racing, con la sola differenza dell’eliminazione dei veicoli a favore dello sforzo muscolare delle gambe. Viene da pensare che gli sviluppatori si siano accontentati di questa idea originale per poi annegarla impietosamente in un mare di cliché: torneranno a farci visita dunque le classiche armi da reperire durante la corsa, i soliti tratti stradali che favoriscono l’accelerazione e i piccoli ostacoli di natura territoriale. Per quanto concerne le prime, vale la pena sottolineare che saranno usufruite non direttamente dai protagonisti, bensì da piccoli robot che fluttuano affianco a noi durante ogni gara, ognuno con i propri pro e contro. Se doveste preferite metodi maggiormente rudimentali, potrete optare per classicissimi spintoni in modo da far ruzzolare i vostri avversari, anche quelli più nerboruti, tenendo sempre in vista però la vostra energia. Difatti, man mano che correrete, la vostra barra di salute calerà , e l'unico modo per ripristinarla sarà mediante particolari contenitori azzurri sparsi un po’ dappertutto e a dir poco fondamentali ai fini del trionfo in quanto responsabili, per un breve intervallo di tempo, anche di una sorta di turbo. La loro eccessiva presenza, tuttavia, finisce per snaturare la competizione, che si ritrova a premiare non il velocista più competente, bensì quello che è riuscito a utilizzare al meglio i suddetti potenziamenti di velocità. Questa sorta di necessità è data anche da una intelligenza artificiale con i controfiocchi, che renderà ogni giro percorso un appagante tour de force.
    Moltiplicate tutto questo per i 24 tracciati via via da sbloccare, tenendo conto delle gare in singolo, dei campionati e delle coppe. Qui emerge il difetto maggiormente percepibile: passando in rassegna le varie modalità, si avverte una vera e propria sensazione di vuoto, di un qualcosa di eccessivamente scarno e sobrio per poter soddisfare anche il videogiocatore meno esigente.
    Solo sei le coppe presenti, da poterle facilmente conquistare anche in una mattinata e mezzo, a cui aggiungere vari campionati uno più deprimente dell’altro.
    Insomma aleggia una intensa area di svogliatezza, percepibile anche nelle sole ed uniche due alternative (e nemmeno tanto originali) alla canonica gara: il survival, portato all’apice della fama da Burnout, dove alla fine di ogni giro l’ultimo della coda viene eliminato, e l’X-tras, modalità abbastanza ambigua in cui vince il concorrente capace di ottenere il maggior numero di "scatoloni metallici" piazzandosi, nel frattempo, nelle prime posizioni.Un quadro abbastanza demoralizzante, non risollevato né dagli extra sbloccabili, né da una modalità multiplayer da 2 a 4 giocatori.

    Tutto il resto è noia
    Analizzando al microscopio il sistema di controllo, ci si rende conto che qualche variazione andava fatta, visto e considerato che il modello di corsa di un bipede è ben diverso da quello di qualunque veicolo. Con questa impostazione ogni curva più stretta è invece un trauma che mina incessantemente la vostra andatura. Inoltre, a fronte di una costante necessità di sfruttare il nitro, sarebbe stato più opportuno attribuire a quest’ultimo un tasto apposito. Inoltre, così come è inopportuno trovarsi a competere in piste che strizzano l’occhio a Wipeout, anche la musica techno di sottofondo, si dimostra martellante invece che adrenalinica. Per non parlare di un comparto grafico traballante, con personaggi non solo anonimi, ma addirittura spigolosi nei lineamenti ed approssimativi nelle movenze.
     
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0 replies since 15/3/2009, 19:54   126 views
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