[Recensione] H.E.R.O.

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    H.E.R.O.



    Se è vero che a volte un gioco rappresenta un particolare periodo della storia videoludica, o il momento di maggior splendore di una software house, allora non può esserci miglior ambasciatore di “H.E.R.O.”. Distribuito dalla Activision nel 1984, e programmato da John Van Ryzin (un talentuoso programmatore che successivamente produrrà per la casa americana due misconosciuti ma interessanti titoli, “The Complete Computer Fireworks Celebration Kit”, 1985, e “X-15 Alpha Mission”, 1987), è il classico esempio dell’ingenuità e della originalità dei giochi della prima metà degli anni Ottanta. Nascosto sotto le apparenti spoglie di un normale platform, comunque ben fatto sia dal punto di vista audio che video, “H.E.R.O.” celebra quel glorioso momento di creatività, quell’esplosione di inventiva che si perse poi inesorabilmente nel tempo, ma che è possibile ancora gustare accostandosi a questi grandi capolavori del passato. Nella fattispecie, la nostra missione nel gioco sarà quella di salvare dei poveri minatori rimasti intrappolati nelle viscere di diverse miniere. L’impresa sarà tutt’altro che semplice, considerato che nel nostro viaggio sotteraneo incontreremo diversi ostacoli che si frapporanno tra noi e gli sfortunati scavatori; pipistrelli, serpenti, fiumi di lava e quant’altro ci ostacoleranno infatti sempre più incessantemente lungo l’arco di svariati livelli di sempre maggior difficoltà.

    A suon di fucilate...

    Le armi a nostra disposizione saranno solamente un fucile col quale colpire il malcapitato nemico di turno, ed alcuni candelotti di dinamite, con i quali potremo far saltare eventuali pareti di roccia che ostacoleranno il nostro passaggio negli stretti cunicoli delle caverne. Sulle spalle avremo un comodissimo mini-elicottero, una piccola pala rotante che ci permetterà di spostarci con grande libertà all’interno degli angusti spazi delle miniere (da quì la spiegazione del nome “H.E.R.O.”, ovvero Helicopter Emergency Rescue Operation). Come accennato in precedenza, tecnicamente il gioco si presenta molto bene, graficamente curato e con scarni ma efficaci effetti sonori. La difficoltà di gioco si può definire esponenziale, trovandoci ad affrontare il primo livello quasi con noncuranza, per poi negli stage avanzati cominciare a sudare le proverbiali sette camicie! Nonostante tutto però, la curva di apprendimento risulta si difficile, ma non impossibile, ed una buona tattica, associata ad un sapiente uso del joystick, garantirà un sicuro divertimento che durerà molto, molto a lungo. Insomma, giocando a “H.E.R.O.” avrete tra le mani un pezzetto di storia dei videogiochi, una pietra angolare senza la quale la definizione di Retrogame crollerebbe inesorabilmente, e l’ennesima riprova che non è necessario un sistema next-gen per divertirsi, ricordandosi che a volte alcuni piccoli sprite monocolore e dei bip come suoni possono fare veri e propri miracoli...
     
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