Top 10 PSP - 2007

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  1. Darkman-92™
     
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    Top 10 PSP - 2007

    L’anno appena passato ha visto la consacrazione della PSP sul mercato, con un numero sempre più alto di console vendute anche grazie al prezzo divenuto accessibile a tutti. Sony non ha tralasciato poi l’aspetto pratico della console ed ecco giungere il già annunciato nuovo modello (non si tratta di una PSP 2) che, come Nintendo insegna, corregge gli errori pratico–estetici della prima versione. Ecco quindi far bella mostra di sé PSP Lite, più leggera, molto tascabile e con una batteria più longeva: le dimensioni sono state ridotte del 19 %, la luminosità del display aumentata del 33 %. Unica pecca, dal punto di vista strettamente pratico, è la scocca completamente lucida il che aumenta le possibilità di lasciare impronte digitali. Sono stati presentati diversi colori dal gusto strettamente fashion e che riescono a trasformare il piccolo di casa Sony da console multimediale, a vero oggetto alla moda. Certo, il grado di differenza non è paragonabile a quello visto tra Nintendo DS e Nintendo DS Lite, però è comunque interessante vedere come PSP riuscirà a muoversi sul mercato, visto che la schiera di giocatori sta aumentando notevolmente, anche grazie alla sua capacità di raccogliere in sé molte caratteristiche che potranno attirare anche i meno avvezzi: come ben sapete si possono vedere film, ascoltare musica e navigare in internet tramite il collegamento Wi Fi e non dimentichiamo i continui aggiornamenti del firmware che porteranno anche Skype (il programma utile per telefonare tramite la rete) sulla piccola di casa Sony. Altre aggiunte sono la web cam e l’antenna GPS che purtroppo, per adesso, nel vecchio continente non è ancora sbarcata se non tramite importazione parallela. Non dimentichiamo l’interattività che permetterà a PSP di collegarsi all’ultima arrivata in casa Sony: stiamo parlando di PS3. Sony, anche nell’ultima convention, punta molto sull’interattività tra queste console e possiamo star certi che in futuro avremo i frutti di questo connubio. Passiamo adesso alla classifica dei migliori giochi visti nel 2007, partendo dalla decima posizione.

    10- Virtua Tennis 3 (Sega)
    Si parte subito con un titolo sportivo di grandissimo valore, se si pensa che, al suo esordio, era uno dei cabinati più giocati. Virtua Tennis 3 ritrae, oggi come oggi, la migliore simulazione tennistica presente su console portatili e, se un anno e mezzo fa World Tour rappresentava la realizzazione di un sogno, questo secondo capitolo per PSP segna un piccolo passo in avanti per quanto riguarda le simulazioni tennistiche su portatili. Non presenta sicuramente nette migliorie a livello grafico, ma si limita ad eliminare i già pochi difetti presenti nel prequel. I più esigenti potrebbero anche storcere il naso di fronte agli sporadici rallentamenti, ma non sono assolutamente nulla al cospetto della straordinaria realizzazione.

    9 - Valkyrie Profile Lenneth (Square)
    Si tratta del ritorno di un titolo già comparso nel 1999 per PSOne, e che viene ripercorso, con migliorie tecniche, su PSP. La vicenda narra di un tempo lontano, in cui farete la conoscenza della valchiria Lenneth, traghettatrice delle anime fino al Valhalla, ma soprattutto delle intenzioni dell’onnipotente padre Odino che, intenzionato ad inscenare una nuova guerra, non esiterà a richiedere il vostro aiuto nel recuperare quanti più guerrieri possano rendersi utili alla causa. Si verrà così a formare una compagnia di avventurieri che secondo una narrazione ben strutturata e a tratti anche molto adulta, vi trasporteranno all’interno di un’esperienza intensa e coinvolgente verso cui non potrete rimanere estranei. Un gioco molto coinvolgente e destinato ad entrare a far parte di quella ristretta cerchia di titoli che non possono non essere presi in considerazione. Per quanto tecnicamente abbini aspetti ottimi ad altri qualitativamente discontinui, si tratta di un gioco di ruolo in grado di appassionare e dotato di un gameplay supportato da una trama valida e ben costruita. I filmati ricalcano lo stile Square e molte volte verrete catturati dalla loro bellezza. Sicuramente è un titolo consigliato a tutti, specialmente a chi cerca oltre che ad una buona realizzazione tecnica anche delle idee valide ed un concept diverso dal solito, che non mancherà di affascinare e divertire per molto tempo lasciando pienamente soddisfatti. Purtroppo, unica nota dolente, è la mancata localizzazione in italiano.

    8 - C.R.U.S.H. (Sega)
    Un titolo che, tramite il canovaccio del viaggio psichico, alternerà 3d e 2d per risolvere i puzzle. Il nostro protagonista, Danny, un cuoco abbandonato dai suoi genitori, si ritrova nel laboratorio di uno scienziato di nome Reubens, che ha inventato una macchina capace di scrutare la mente con il fine di scoprire cosa lo turba e non lo fa dormire. Questa macchina prende il nome di C.R.U.S.H. da cui il titolo del gioco. Danny si prepara ad effettuare un viaggio psichico risalendo alla sua infanzia, senza però muoversi dal laboratorio dello scienziato, visto che il protagonista affronterà quanto risiede nella sua psiche, le sue paure e i suoi incubi. C.R.U.S.H. fa parte di quella schiera dei giochi inattesi ma che riescono a fare la differenza. Il gioco è estremamente divertente, un rompicapo come non se ne vedevano da tempo, un titolo nel quale serve ragionare, anche per un po’ di tempo, sul rapporto tra bidimensionalità e tridimensionalità. Sebbene il comparto tecnico non sia di certo eccelso, a fronte di un gameplay originale e coinvolgente, questo è un difetto che si può senz'altro accettare.

    7 - Silent Hill Origins (Konami)
    La serie horror survival di Konami sbarca in grande stile sul portatile Sony. In primo luogo noterete le atmosfere e un impatto grafico notevole, poi passerete ad ascoltare un sonoro da urlo; se impiegate le cuffie, sarete così immersi in una storia terrificante dai contorni raccapriccianti ma capace di trascinare il giocatore nel proseguire l’avventura per scoprirne ogni segreto. Il nuovo protagonista, del quale vestiremo i panni in Silent Hill Origins, è Travis Grady, uno sfortunato camionista capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Credendo di prendere semplicemente una scorciatoia, passerà per la città dalla nebbia perenne e da qui comincerà per lui un viaggio molto diverso dalle solite miglia di asfalto e aree di servizio. Sembra esserci capitato per caso, ma Silent Hill lo stava aspettando e il misterioso passato di Travis troverà, proprio in questa città del male, una sua spiegazione. Profonde sono le ombre che ruotano attorno al suo personaggio, l'oscurità è in questo caso figlia del male e andrà affrontata da molto vicino se davvero si vorrà scoprire ogni verità. Le uniche note dolenti sono dovute ad una bassa longevità e alle scarse attitudini portatili del titolo, che riesce ad esprimersi al meglio solamente se giocato in una stanza buia e rigorosamente con un bel paio di auricolari. Nonostante questo è da considerarsi un buonissimo risultato in quanto è a tutti gli effetti il primo survival-horror uscito su PSP, praticamente un acquisto obbligato per ogni possessore della console.

    6 - Wipeout Pulse (Sony)
    Il secondo capitolo della saga di corse futuristiche più conosciute (seconda solo a F-Zero di Nintendo) arriva su PSP e sembra voler migliorare quanto di già buono si è visto nel primo episodio che ha accompagnato il debutto del portatile Sony. Perchè Pulse ? Importante nell'ambientazione del titolo la componente elettrica che, tramite accostamento logico, capiamo essere metafora di velocità. Giochi di luce e rimandi coreografici a questo particolare aspetto naturale, sapranno dapprima introdurci e poi accompagnarci in questa esperienza, che se da un lato pare ricostruirsi, novella araba fenice, su sé stessa, dall'altro non pare volersi distaccare troppo dalla tradizione e dai canoni cui ha saputo, con merito, abituarci. Velocità ed antigravità dunque le parole d'ordine per accedere alle profondità e lunghezze ludiche di questo titolo che, come accennato, offre novità apprezzabili. Caratteristica degna di nota in questo titolo è il Mag-strip funzionale, sopratutto coreograficamente, risulta essere la possibilità di agganciarsi energeticamente a certi punti gravitazionali della pista. I "trick" che ne diverranno conseguenza, aumenteranno considerevolmente il livello di immedesimazione col gioco, che si dimostra così flessibile ed inventivamente astuto. I tracciati, che, per la cronaca, pur non essendo tra i migliori mai visti in questa saga, risultano gradevoli e sufficientemente differenziati, potranno essere percorsi in un doppio senso di marcia ed a cambiare non sarà soltanto la prospettiva ma, altresì, taluni elementi della pista che potranno così spiazzare le vostre pretese di feeling col titolo. Wipeout Pulse riesce sapientemente a conservare quei tratti distintivi che dal "nonno" su PSX hanno portato ad esso, inventando, contemporaneamente, caratteristiche capaci di aumentarne l'appeal in un contesto videoludico maggiormente esigente e difficile.

    5 - Monster Hunter Freedom 2 (Capcom)
    Monster Hunter Freedom 2, giunto quest’anno in Europa, è stato il primo titolo per PSP a vendere più di un milione di copie in Giappone. Tutto questo serve necessariamente per rendersi conto che il titolo Capcom possiede un certo spessore e rispetto al primo episodio sembra destinato ad avere molta più eco anche se, e non ci si può meravigliare di ciò, i gusti dei videogiocatori orientali sono spesso molto differenti da quelli degli occidentali. Il gioco ci vede prendere i panni di un cacciatore di mostri, il quale comincerà la propria avventura in un piccolo villaggio chiamato Pokke Village, immerso in montuose amenità e ricoperto da una buone dose di neve bianca. Quando inizieremo il gioco, potremo creare il nostro personaggio, chiamarlo a nostro piacimento, sceglierne il viso e il taglio di capelli, esattamente come nel precedente capitolo. Chi ha già infatti giocato al primo Monster Hunter Freedom troverà del tutto superflua questa parte della recensione, poiché non vi è nulla che già non sappia del funzionamento del gioco. E' però necessario darne comunque conto per chi non ha avuto la possibilità di giocare al vecchio Monster Hunter. Il filmato iniziale ci farà capire che, durante una battuta di caccia, il nostro cacciatore ha avuto un brutto incontro con un mostro, motivo per cui lo vedremo volar giù da una montagna innevata. Miracolosamente vivo, viene ritrovato e portato al Pokke Village. Da questo punto in poi comincia per il videogiocatore un vero e proprio cursus honorum da effettuare con estrema pazienza e tanto, tanto(ma veramente tanto) impegno e lavoro. MHF2 è un titolo molto importante per la console portatile di casa Sony, si presenta come la naturale espansione del precedente MHF, amplificandolo notevolmente in tutto e per tutto. In tutto e per tutto rimane però pur sempre un Monster Hunter e questa di Capcom è una serie con caratteristiche molto particolari, con forti sfumature orientali, le quali possono allo stesso tempo far innamorare i cuori di tantissimi giocatori. Il livello di difficoltà è, specialmente all'inizio, abbastanza "discriminante" e tende ad allontanare fin da subito chi non è portato a questo tipo di giochi, o non li predilige particolarmente. Dal punto di vista tecnico, il gioco si presenta molto bene con una grafica composta da scenari evocativi e mostri davvero ben realizzati e un sonoro capace di coinvolgere direttamente il giocatore.

    4 - Burnout Dominator (EA)
    Ad un passo dal podio ci troviamo il nuovo Burnout per PSP serie che, dopo aver piacevolmente impressionato a qualche mese dal debutto del portatile Sony, torna con un nuovo episodio. Per quanto riguarda la meccanica di gioco, a grandi linee viene seguito il modello dei precedenti "Burnout": gare automobilistiche senza regole, in cui le azioni sleali e rischiose vengono premiate. Rispetto al titolo che lo ha preceduto sempre su Psp (Burnout Legend), Dominator trasmette al giocatore un senso della velocità più elevato, la frenesia e la spettacolarità degli scontri contribuiscono a rendere estremamente divertente l'esperienza di gioco. Burnout Dominator è un gioco perfetto che spinge al massimo gli stereotipi del genere e che non potrà deludere i fan della serie e appassionerà sicuramente anche chi si cimenterà per la prima volta con questo titolo. Consigliato anche a chi non ama molto i giochi di corse automobilistiche che non troverà in Burnout Dominator la solita gara di macchine, ma un gioco capace di regalare un divertimento unico, frenetico e veloce in cui per vincere non basta spingere al massimo l'acceleratore.

    3 - Ratchet & Clank: Size Matters (Sony)
    Al gradino più basso del podio troviamo Ratchet & Clank: Size Matters di Sony. Size Matters è il primo episodio portatile della serie Ratchet & Clank, conosciuta ormai da anni dai possessori di PlayStation 2. La serie, che ormai può vantare numerosi episodi, è sempre stata contraddistinta da due fattori: l’umorismo ed un vasto e strano arsenale di armi ed oggetti a disposizione. I protagonisti del gioco sono Ratchet e Clank, rispettivamente un esemplare di Lombax ed un robot pluriaccessoriato. Nel filmato introduttivo del gioco, i due eroi si stanno godendo una meritata vacanza su una idilliaca spiaggia del pianeta Pokitaru, quando si avvicina loro una simpatica bambina, che si presenterà in seguito come Luna. Luna pare essere una accanita fan di Ratchet, e lo convince ad interrompere il proprio relax per permetterle di scattare qualche foto mentre distrugge alcuni robot. Ratchet & Clank: Size Matters risulta essere un tentativo più che riuscito di portare la serie su PSP, mantenendone intatte le caratteristiche principali della serie. Durante il nostro viaggio, visiteremo vari pianeti alla ricerca della piccola Luna, ognuno contraddistinto da una propria ambientazione ed una propria fauna, ovviamente ostile. Fra tutti, è doveroso citare Dayni, una fattoria interplanetaria con tanto di contadini robotici e pecore apparentemente innocue, che durante la notte (Dayni è l’unica locazione del gioco in cui è presente il ciclo giorno/notte) si trasformano in feroci predatori. Sparse per i livelli troveremo le immancabili casse, che conterranno munizioni per le armi e gli utilissimi Bolt, la valuta dell’universo di R&C, formata da bulloni, molle e viti. Accumulando quanti più Bolt possibili, saremo in grado di acquistare nuove armi e potenziamenti negli appositi rivenditori presenti in ogni livello.
    Dal punto di vista tecnico si rivela ottimo con belle ambientazioni tipiche della serie e un sonoro ben realizzato con un perfetto e divertente doppiaggio in italiano.
    Ratchet & Clank: Size Matters segna l’arrivo in grande stile della serie su PSP, mantenendo intatte tutte le caratteristiche che l’hanno resa famosa su PlayStation 2. L’ottimo comparto grafico non sfigurerebbe infatti sulla console casalinga targata Sony, e supporta un gameplay divertente, abbastanza vario e rigiocabile molto volentieri. Alcuni difetti marginali come una telecamera a volte scomoda e qualche mini-gioco (comunque non obbligatorio) troppo ripetitivo non intaccano minimamente il valore del prodotto.

    2 - Final Fantasy Tactics: The War of the Lions (Square Enix)
    Il secondo posto se lo prende un classico, Final Fantasy Tactics: The War of the Lions, il gioco di ruolo – strategico di Square Enix. Ivalice è un mondo spaccato da una crisi politica creatasi successivamente alla morte improvvisa e inaspettata del proprio re e dovuta anche ai 50 anni di guerra appena trascorsi che hanno seriamente compromesso e messo in ginocchio l'intero Paese. E' in questo contesto che vestiremo i panni del protagonista, Ramza Beoulve, un ragazzo dalle forti ambizioni e con un cognome pesante da portare sulle spalle vista l'importanza della famiglia dalla quale proviene. Insieme al suo migliore amico Delita Heiral, comincerà un'avventura che già fin da subito si rivelerà più intricata e contorta del previsto. La trama di FFT The War of the Lions raggiunge dei livelli di profondità e di sviluppo che ancora adesso rimangono insuperati, la bellezza della storia e il grande carisma dei personaggi che le ruotano attorno rendono questa parte del gioco una delle migliori e una delle più esaltanti. Il gameplay di FFT The War of the Lions non è cambiato rispetto all'originale e adotta quindi tutte le componenti di quello che possiamo considerare "il" GDR tattico per eccellenza. Il gioco è suddiviso in capitoli e per ogni capitolo sono previste un determinato numero di battaglie-evento o battaglie principali; sarà necessario portare a termine queste battaglie per proseguire l'avventura e per venire a conoscenza dei fatti che via via la trama ci svelerà. Ovviamente, oltre alla battaglie principali, sarà possibile affrontare numerose battaglie random, utilissime per fare esperienza e per ottenere oggetti e guil. I combattimenti si svolgono in mappe 3D isometriche, ognuna delle quali è, nel momento delle nostre azioni, ruotabile con lo stick analogico e viene suddivisa in pratiche caselle sulle quali potremo spostare i nostri personaggi e farli agire come meglio crediamo. E' necessario ponderare ogni singola azione al meglio, valutando tutte le variabili e le dinamiche in gioco, anticipando i possibili movimenti dei nemici e cercando di prevederne le mosse. Il carattere strategico di FFT The War of the Lions è altissimo, come nel gioco degli scacchi basterà una sola mossa errata per far prendere una brutta piega a uno scontro che sembrava volgere per il meglio; spesso una distrazione, seppur minima, potrà costare davvero caro. Prima di ogni battaglia ci verrà chiesto di formare e disporre la squadra che scenderà in campo, potremo quindi scegliere tra i nostri personaggi quelli che riterremo più adatti per quel determinato scontro e associarli a una determinata posizione di partenza. Il numero dei personaggi che possono essere utilizzati in ogni battaglia è limitato e questo non può che aumentare la componente tattica; sarà quindi richiesta una discreta capacità gestionale e un certo ingegno per formare di volta in volta un buon team di personaggi ben assortiti tra di loro a seconda della classe(Job) alla quale appartengono. Graficamente FFT The War of the Lions è un buonissimo titolo; in sostanza non vi è nulla in più rispetto al vecchio motore grafico(già di per sé di buon livello su un portatile), anche se è da notare una maggiore pulizia e definizione dell'immagine segno evidente che lo schermo PSP e l'adattamento ai 16:9 non hanno che giovato al gioco da questo punto di vista. Il reparto audio è rimasto come allora un vero e proprio punto di forza del gioco e le musiche non mancheranno di accompagnare in modo impeccabile lo svolgersi della trama regalando un tono epico e drammatico alle vicende.
    FFT The War of the Lions è da considerarsi come la massima espressione di un genere, quello dei GDR strategici, e la sua presenza all'interno del parco giochi della PSP è da riconoscere come importante e estremamente efficace. Nonostante sia un remake il suo è un graditissimo ritorno e, per noi europei, uno stra-invocato arrivo. E' un gioco da avere, senza troppi pensieri o esclusioni, lo consiglio vivamente a tutti. Chiunque ci abbia già giocato, indubbiamente non potrà non aver voglia di rigiocarci e per chi, invece, non ha avuto l'opportunità di passarci un po' di tempo sopra in passato, questa è la volta buona per non mancare all'appuntamento con un titolo che ha davvero segnato la storia dei videogiochi.

    E al primo posto …………

    1 - Metal Gear Solid: Portable Ops (Konami)
    Quel geniaccio di Hideo Kojima ha colpito ancora, creando un episodio del suo colosso Metal Gear Solid per la console portatile Sony. Dopo gli incerti Meatl Gear Acid, ecco la riproposizione del classico gameplay che ha reso famosa la saga. Il merito di tutto ciò va consegnato nelle mani del già citato Hideo Kojima, il “genio nascosto” di Konami e di fatto “papà” del franchise. La sua visione da regista ha permesso di spingere, nell’ormai lontano 1998, un videogioco laddove nessuno si era mai spinto prima, con lo stupore di tutti i possessori di una PSX. Prima che MGS fosse pubblicato, quali erano i giochi che proponevano filmati lunghi ed appassionanti, quanti e quali parlavano di politica, di spy stories, di amore e di odio tutto insieme, in un’unica narrazione? Nessuno. E se recentemente vi foste trovati a rigiocare quello storico episodio, capirete alla perfezione quanto Kojima fosse più avanti di tutti gli altri, quanto la sua visione fosse andata ben oltre gli stereotipi di quell’epoca. La trama questa volta prende corpo esattamente agli inizi degli anni ’70. Lo scenario difatti non si discosta molto da quello che abbiamo ammirato in Snake Eater, poiché i fatti narrati sono un continuo di quelli che hanno fatto la loro comparsa in MGS3 appunto, soltanto qualche anno dopo. Portable Ops dunque ha il compito di risolvere i punti misteriosi del terzo episodio per PS2 aggiungendone dei nuovi. Senza svelare troppo della trama, questa volta Solid Snake, cioè, Big Boss, ha a che fare con una nuova arma nucleare, in sviluppo, pare, a Cuba. Sarà Big Boss con la sua combriccola a tentare di sventare questo diabolico e distruttivo piano. Come tradizione comanda, Big Boss sarà ovviamente coadiuvato da alcuni personaggi che abbiamo già incontrato anche negli anni scorsi, come un giovanissimo colonnello Cambpell, che ci guiderà passo passo alla scoperta della verità.
    Una delle novità di maggior peso sul gameplay, prevede l’opportunità di catturare alcuni individui per poi utilizzare le loro conoscenze a nostro favore. I classici soldati, in primis, sono passibili a cattura e una volta “ingaggiati” nella nostra squadra, potremo utilizzarli (controllandoli anche direttamente) per risolvere determinate missioni che richiederanno l’uso della discrezione. Le missioni sono brevi e adatte allo spirito portatile, che non vuole titoli eccessivamente lunghi ma qualcosa di immediato capace di rapire l’utente per quel periodo breve o lungo in cui vuole giocare. Che MGS su PSP ci sta benissimo pare ormai un dato di fatto. E il merito di questo successone va anche assegnato al sistema di controllo, visto che, quando si tratta di conversioni su PSP, è facile trovare qualche difetto, almeno inizialmente. I primi minuti passati su Portable Ops tuttavia fugano ogni dubbio; Konami avrà fatto i salti mortali per adattare un sistema di gioco così raffinato e complesso. Eppure, adattarsi al nuovo sistema di controllo è questione di pochi minuti, dato che sostanzialmente non si notano problemi di grande portata, tranne quello relativo alla gestione della telecamera, che ogni tanto potrebbe dare qualche problema. La PSP, rispetto al Dual Shock, ha una levetta in meno, proprio per questo la gestione della telecamera è stata assegnata ai direzionali. Il comparto grafico è di quelli che fanno strabuzzare gli occhi, in particolar modo la qualità delle ambientazioni e il livello di dettaglio globale, che ha del miracoloso considerando che siamo su Playstation Portable. Anche la colonna sonora è semplicemente fantastica, andando a ricalcare temi simili a quelli tipici della serie, così come il doppiaggio che, tradizionalmente, si assesta su livelli eccelsi.
    Già un’avventura così corposa sarebbe sufficiente per consigliare l’acquisto, eppure Konami ha persino implementato una divertente modalità multiplayer online, fino a sei giocatori a sessione; tutto questo garantisce al titolo una longevità di non poca importanza. Rimuovere l’UMD del gioco dal vano PSP sarà molto difficile, perlomeno in tempi brevi. Perché staccarsi da MGS Portable è difficilissimo, merito di un gioco intelligente e, a conti fatti, appassionante come non mai, oltre che mostruoso da un punto di vista tecnico.
    Il titolo dell’anno 2007 per PSP, un titolo di indubbia qualità che merita l’attenzione di tutto il pubblico, per tutti quelli che apprezzano la serie di Metal Gear e, più in generale, il bel gioco.
     
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  2. ·.·™P£i Juniors™·.·
     
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    azz .. pensavo che virtua tennis fosse almeno terzo .. !!!!
     
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  3. final cloud fantasy
     
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    Vedendo la top ten ora finalmente so un po' di giochi belli da comprare, grazie!
     
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2 replies since 15/1/2008, 15:25   1317 views
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