Milan

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  1. Paddy Kenny
     
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    Milan, 10 milioni per Dinho


    Ronaldinho e Galliani (con 10 milioni) volano a Barcellona, c'è ottimismo sulla chiusura dell'affare. Il brasiliano chiederà di essere ceduto e vuole solo i rossoneri, che vogliono sfoggiare il grande acquisto già al raduno di mercoledì. Per Ronaldinho è pronto un contratto biennale da 6,5 milioni a stagione, ma niente maglia 10 (è già di Seedorf): può scegliere tra il numero 11 e il 20.
     
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  2. Paddy Kenny
     
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    Ronaldinho: "Inizia una nuova vita"


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    "Finalmente Milan". Ronaldinho vive questa giornata con la felicità di un uomo finalmente libero. E oggi alle 11 salirà sull'aereo che lo porterà a Milano. "Scusate se mi sono fatto attendere. Ma i fatti hanno dimostrato che io il Milan l'ho sempre voluto". Il campione brasiliano rilascia queste brevi dichiarazioni nella serata in cui aspetta con ansia le notizie dal Camp Nou. È un balletto che dura ormai da due anni, in particolare negli ultimi sei mesi. L'odissea di un campione immalinconito dalle tante esclusioni di Frank Rijkaard l'ha spinto a chiudersi nel silenzio. Ma nel faccia a faccia di lunedì pomeriggio davanti alla piscina dell'hotel Juan Carlos Primero ha espresso chiaramente ad Adriano Galliani tutta la voglia di cambiare in fretta numero e quartiere.
    UNA NUOVA VITA - "Non è il momento di parlare del Barcellona - dice Ronaldinho - perché voglio godermi questa nuova pagina della mia vita. Dico soltanto che al Milan prometto tanto impegno, non soltanto la mia tecnica". Le promesse del campione di Porto Alegre sono zucchero per il Milan. Soprattutto per Adriano Galliani che, con la consulenza di Ernesto Bronzetti, ha tessuto con pazienza questa tela. Nonostante gli alti e i bassi di questi mesi, culminati con i sorrisi amari anche delle ultime ore. Non sono mancate, infatti, le peripezie e i voltafaccia in una trattativa che sembrava scontata. Il vice presidente del Milan ha dovuto fare i conti con le turbolenze in casa blaugrana. Non a caso ieri al ristorante "Via Veneto" il presidente del Barcellona Joan Laporta è stato inappuntabile, come al solito. Affianco i suoi collaboratori, in silenzio, hanno annuito di fronte alla stretta di mano che ha celebrato l'intesa con il Milan. Passo indietro Invece, poi, nel giro di un paio d'ore i suoi consiglieri hanno cambiato opinione, a dimostrazione di come l'attuale governo catalano goda di una maggioranza davvero risicata. E ciò induce un po' tutti a mettere i puntini sulle "i". Si spiega così il tentativo di rialzo del pomeriggio di ieri e il fatto che l'incontro decisivo sia avvenuto non alla presenza di Laporta, ma di Txiki Beguiristain e degli altri nuovi consiglieri.
    TURBOLENZE - In questo momento Laporta deve dare spazio all'onda nuova in casa blaugrana. E questo ha rischiato di porre delle turbolenze nei rapporti ormai consolidati fra il Barcellona e il Milan. Non a caso un mese fa era già stato concluso l'accordo per Gianluca Zambrotta, in quell'occasione tutto era filato liscio. Adesso, invece, i dirigenti catalani hanno mostrato molte incertezze perché pressati da una piazza che li accusa di aver svenduto Deco al Chelsea per soli dieci milioni. Adriano Galliani ha dovuto fare i conti anche con questi problemi per questa nuova campagna di Spagna. Un tragitto sul quale, però, s'è ormai abituato a disimpegnarsi bene. Non dimentichiamo che l'ultima operazione con il Real Madrid per Ronaldo non era stata meno combattuta. Anche in quell'occasione il Milan aveva dovuto attendere a lungo per convincere Calderon a mollare il fenomeno a un prezzo d'occasione. In questo caso Ronaldinho costa di più, ma va anche detto che ha ancora 28 anni e ha tutto, come lui promette per tornare a brillare. Soprattutto in rossonero.
     
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  3. Paddy Kenny
     
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    Retroscena Berlusconi: "Prendilo, mi sono esposto troppo"


    Silvio Berlusconi non c'era, ma è stato fondamentale nella trattativa condotta da Galliani in Catalogna. E non solo perché ha armato il suo a.d. con una cospicua manciata di milioni. Il retroscena racconta infatti di un premier deciso e decisivo anche a livello psicologico proprio quando tutto pareva perduto. Martedì sera, ore 21 circa, Camp Nou. Il presidente del Barcellona, Laporta, davanti a Galliani e al consulente rossonero Bronzetti, ritiene siano venute a mancare le condizioni (legate al fatto che il Barça avrebbe dovuto pagare a Ronaldinho il 15% dell'importo totale dell'operazione) per chiudere l'affare. Si alza e se ne va. Galliani lo blocca, e chiama immediatamente Berlusconi.

    Il Cavaliere gli risponde: «Tieni duro, continua». Laporta è nervoso e maldisposto, di lì a breve si susseguono altre telefonate, fino all'ultima che dà la carica a Galliani: «Resisti, resisti, resisti, ormai mi sono esposto troppo con i tifosi, dobbiamo portare Ronnie con noi a Milanello». A venire in aiuto ci pensa Roberto de Assis, comunicando a Laporta che suo fratello è disposto a rinunciare a quel 15%. Galliani ieri ha ripercorso quegli attimi pieni di tensione: «A un certo punto sembrava davvero saltato tutto. Io, però, anche quando Laporta ha fatto cenno di andarsene, sono rimasto calmo».
     
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  4. Paddy Kenny
     
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    Milan, Kaladze: "Ronaldinho è un fuoriclasse"


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    Il difensore del Milan, Kakhaber Kaladze, pronunciandosi in conferenza stampa sull'arrivo di Ronaldinho, sottolinea le qualità del fantasista brasiliano.
    "Sappiamo tutti che Ronaldinho è un giocatore eccezionale che in passato ha già dimostrato, sia con la maglia del Barcellona che con quella della nazionale, quali siano le sue qualità, è un fuoriclasse - ha spiegato il georgiano - L'arrivo del brasiliano è stato importante soprattutto dopo due anni che se ne parlava. Sia i tifosi che noi giocatori siamo molto felici ed entusiasti".
     
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  5. Paddy Kenny
     
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    Galliani: "Kakà non ha prezzo"



    «Da 90 milioni di euro, a 100, fino a 150 in un solo week-end. Se lo tengo Kakà fino al primo settembre lo valuteranno 250 milioni forse 300…». Ricardo Kakà non ha prezzo, parola dell'amministratore delegato Adriano Galliani. Quelle scritte fino ad oggi sono invenzioni, «leggende metropolitane che si auto-alimentano da sole». Secondo via Turati nessuno ha mai parlato di cifre, numeri con il Milan. «Non esiste un'offerta da 150 milioni per Kakà, non c'è mai arrivata da parte di nessuno, tanto meno dal Chelsea». La storia vera la racconta lui, l'amministratore delegato ancora una volta: «Sono andato sulla barca di Abramovich per Shevchenko, lui pensava di portarmi lì per parlare di Kakà (i blues hanno offerto 120 milioni, ndr). Noi abbiamo fatto un'offerta per Sheva, lui ha detto di no. E' finita 0-0, ma i nostri rapporti personali con loro rimangono ottimi…». Nella risata generale si perde l'importanza di un'altra ammissione: «Per Kakà ci ha chiamato anche il Real Madrid, ma il giocatore resta con noi». Lo dice il Chelsea, lo ribadisce il Milan: «Ricardo Kakà è felice al Milan e finché lo sarà resterà con noi». Felice e sorridente per ora il pallone d'oro lo è: scherza con Adriano Galliani (poi lo farà anche con Ancelotti) consegnandogli la maglia personalizzata con il numero 9, «non è la 10...». Altra risata generale. Ma per una scelta di vita, il fuoriclasse rossonero un giorno potrebbe anche salutare tutti.
    Se il Chelsea, anche per sua ammissione, ha perso ogni speranza di arrivare, almeno per questa stagione, all'attuale pallone d'oro, il Real Madrid potrebbe crederci ancora o comunque (ri)provare l'assalto a Kakà. D'altra parte Ramon Calderon ha fallito l'acquisto milionario di Cristiano Ronaldo, sta per cedere proprio al Chelsea il brasiliano Robinho e cerca un colpo da reale: l'amore per Kakà è antico, anche reciproco ma forse tardivo in quest'estate di mercato. Il Ka-Pa-Ro rossonero non si scioglie almeno per questo campionato, poi chissà. Sopra se Ronaldinho dovesse esplodere.
     
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  6. Paddy Kenny
     
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    Milan, è allarme Nesta


    E' allarme per Nesta: il difensore del Milan ha mal di schiena, gli è stato riscontrato un leggero schiacciamento di due vertebre. Probabile che i rossoneri tornino sul mercato per prendere un altro difensore.
     
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  7. Paddy Kenny
     
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    Milan, il difensore è una necessità



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    Nonostante le smentite di Adriano Galliani, il Milan sta monitorando la situazione Nesta per eventualmente tornare sul mercato: il difensore rossonero soffre di problemi alla schiena simili a quelli che Gianluigi Buffon ha dovuto sopportare per diversi mesi prima di recuperare. Le ipotesi per metterci una toppa sono quelle prospettate da TMW ieri: Alex Silva del Sao Paulo è in vantaggio su Thiago Silva della Fluminense, visto la valutazione più abbordabile. Resta da vedere le loro prestazioni alle Olimpiadi quando, se i guai del numero 13 non fossero ancora risolti, il Milan deciderebbe l'acquisto.
     
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  8. Paddy Kenny
     
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    Milan, si ripensa a Sheva


    Con Pato e Ronaldinho alle Olimpiadi e Inzaghi fermo ai box, la visita cui si sottoporrà Marco Borriello mercoledi sarà fondamentale per far capire al Milan se dovrà tornare sul mercato per un attaccante. Dopo l'investimento per Ronaldinho, il budget rimasto a disposizione dei rossoneri è fortemente limitato. L'unica soluzione al momento percorribile porta ad Andrij Shevchenko, che il Chelsea potrebbe concedere in prestito gratuito per ammorbidire in terreno in prospettiva di un prossimo assalto per Kaka. Dal canto suo, l'attaccante ucraino sarebbe sempre disposto a ridursi l'ingaggio.
     
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  9. Paddy Kenny
     
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    Ancelotti: "Scudetto? Noi favoriti"


    Gli infortuni stanno condizionando la preparazione rossonera: dopo i guai alla schiena di Nesta, i problemi al ginocchio di Borriello complicano ulteriormente il lavoro di Ancelotti. Soprattutto in attacco. Almeno a parole, però, l'allenatore non tradisce particolari preoccupazioni. «Non si tratta di problemi gravi. Sono contrattempi che in una preparazione ci possono stare». Anzi, il tecnico rossonero va pure oltre e sfrutta l'occasione per lanciare un avvertimento agli avversari: «Buffon dice che il Milan è favorito? Sono d'accordo. Se tutti i giocatori si esprimono al meglio, siamo noi i favoriti. Ecco perché dovremo essere bravi a tirare fuori il meglio da ogni elemento». Il tecnico rossonero si chiama direttamente in causa, insomma. Il suo lavoro sarà decisivo per trovare il giusto equilibrio in una squadra che avrebbe potuto sfruttare la preparazione per sperimentare la formula migliore e che, invece, tra Olimpiadi e guai fisici, rischia di andare avanti a lungo con gli uomini contati. «Per l'inizio campionato saremo a posto - garantisce con la consueta sicurezza Ancelotti - mi dispiace solo che qualche giocatore interrompa la preparazione».

    «E' vero che l'attacco è il reparto che necessita di maggiore lavoro per rodare gli ingranaggi, ma non mi dispiace che Ronaldinho partecipi alle Olimpiadi ed è importante anche che giochi per tutti i 90', come ha fatto oggi (ieri, ndc). L'impegno può essergli utile per migliorare la forma. Inoltre lui e Pato non hanno mai giocato insieme. I Giochi possono servire loro per trovare la giusta sintonia».
     
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  10. Paddy Kenny
     
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    Ancelotti, gestaccio alla curva: "Lo rifarei"


    Un solo coro è bastato per accendere un vulcano che si era soltanto addormentato. Il coro arriva dalla Curva juventina e a Carlo Ancelotti ricorda tempi difficili: due scudetti persi per un soffio e un'etichetta pesante quanto ingiusta, quella di eterno secondo. L'urlo è becero e dirompente: «Un maiale non può allenare», la reazione è istintiva, immediata. Ancelotti per un attimo si toglie la maschera di uomo pacioso e lascia da parte il suo aplomb e così si gira verso il pubblico e alza il dito medio. Nessuna telecamera riprende il gesto, non ci sarebbero prove se lui, il diretto interessato, negasse il gestaccio come avrebbero fatto in molti. Invece l'allenatore del Milan con grande onestà si presenta davanti ai microfoni e senza nessun tentennamento spiega: «Si' ho alzato il dito medio. E' stata la mia risposta agli ignoranti.

    E' la prima volta che reagisco così e forse anche l'ultima, ma gli insulti non li accetto. Per fortuna è un gruppetto isolato, gente che se stava a casa era meglio». I tifosi bianconeri che hanno occupato l'Olimpico ieri sera a dire il vero non hanno preso di mira soltanto lui ma questo non consola il rossonero che anzi rincara la dose: «Questa gente non capirà mai, non se la sono presa solo con me, ho sentito insulti anche per Mourinho, Zambrotta, Materazzi e Stankovic». La parte malata del nostro calcio ha dato il meglio di sè alla prima occasione utile. A Zambrotta non è stato perdonato il tradimento che lo ha portato a Barcellona, a Mourinho e a Materazzi è stata offesa la madre, mentre Stankovic da ieri ha la certezza di non essere gradito al pubblico bianconero. Se i dirigenti volevano capire cosa pensa la gente adesso lo sanno. La Curva ha apostrofato l'interista con insulti assortiti dal «serbo di merda» al «bastardo che non vogliamo». Difficile a questo punto immaginarlo con la casacca bianconera addosso, dovrebbe sfidare la propria tifoseria e iniziare un'avventura in salita. Ranieri sulla questione non ha voluto esprimersi, non se l'è sentita di emettere sentenze. Se l'è cavata con un discutibile «I tifosi devono esprimere il loro parere». Si riferiva ai fischi, però, non agli insulti. L'imbarazzo era palpabile, la voglia di sfuggire da un argomento scomodo quasi irrefrenabile. Ancelotti, invece, ci ha tenuto a ribadire in tutte le salse cosa pensa di queste persone. E ha spiegato: «Non è la prima volta che mi prendono di mira e con il senno di poi penso che rifarei lo stesso gesto. Non ho paura ad ammettere cosa ho fatto, non c'è bisogno della prova tv». Il segreto per combattere certe forme di violenza seppur verbale è non avere timore e avere il coraggio di condannare certi atteggiamenti. Qualcuno prova a chiedergli: «Mister, non ha paura che l'aspettino fuori?» lui ribatte: «L'hanno già fatto e non ho mai avuto problemi ad uscire».

    Adesso il paradosso sarebbe se l'arbitro avesse visto quel gesto. Mazzone per aver insultato i tifosi atalantini andando sotto la Curva si beccò una lunga squalifica. La storia è molto diversa ma le regole sono uguali per tutti. Ancelotti però da uomo ferito non se ne preoccupa. Il pubblico della Juventus non è solo composto da quel gruppetto che l'ha insultato: «So che ci sono tante persone per bene che mi stimano e che mi vogliono bene». E anche tra i giocatori della Juventus gli sono rimasti molti amici come Buffon e Del Piero che ieri l'hanno salutato con molto più calore del solito
     
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  11. Paddy Kenny
     
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    Ancelotti ha deciso: Abbiati numero 1


    Abbiati, Kalac o Dida? Il dilemma continua. Va avanti anche per Adriano Galliani, che prima aveva indicato l'australiano Kalac come titolare del Milan e oggi, dopo i rigori di Torino, indica Abbiati come il probabile titolare. Ancelotti invece non ha ancora deciso le gerarchie in un ruolo importante, delicato che nella scorsa stagione è all'improvviso mancato e non si è risolto nemmeno con Kalac (ricordarsi errore fatale con Fabregas) quando è stato chiamato a fare il titolare fisso. La situazione ad oggi è questa: Abbiati sta crescendo, Kalac no, sembra essersi anzi perso proprio come Nelson Dida ancora alle prese con il recupero perfetto.
    Cristian Abbiati cresce, lo dice il campo, lo dicono i suoi interventi, le sue parate. Anche Ancelotti è rimasto colpito dal suo inizio. «Abbiati? Ha fatto molto bene, parando anche i rigori. Ha dimostrato di essere un portiere affidabile quindi in porta sarà una bella battaglia per il posto da titolare». Nessuna novità, la battaglia continua fino quasi all'inizio del campionato, cioè il trofeo Luigi Berlusconi. Metà agosto, a pochi giorni dall'inizio della nuova stagione. L'impressione è che Abbiati si sia messo in testa di riprendersi la porta del Milan e che oltre ad avere il gradimento importante di alcuni suoi compagni di squadra abbia in qualche modo convinto anche lo staff tecnico, Ancelotti compresso per essere chiari. A Torino non doveva giocare per un problema ad un dito ma ha deciso di stringere i denti, di esserci: prova superata con applausi di tutti. Ma se Kalac potrebbe tornare comodamente in panchina, anzi in tribuna, non sarebbe la stessa cosa per Dida che quando ha rifiutato di lasciare il Milan ha detto chiaramente di voler tornare il numero uno di questa squadra. Non ha ancora fatto il suo esordio, lo farà probabilmente a Manchester.
    Solo quando tutti e 3 saranno disponibili, Ancelotti potrà dichiarare una volta per tutti chi sarà il titolare del Milan. Una cosa è certa: Abbiati sembra in pole position.
     
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  12. Paddy Kenny
     
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    Milan, Abbiati: "Ho più stimoli, sto dando il massimo"


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    Abbiati continua a guadagnarsi applausi: "Devo sfruttare tutte le occasioni. So che non sarà facile conquistare il posto da titolare ma ce la metterò tutta. A differenza dell'anno scorso che ho trascorso al Milan, adesso ho più stimoli, in allenamento lavoro tanto e bene".
     
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  13. Paddy Kenny
     
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    Ronaldinho: "Che incubo gli ultimi mesi"


    Quei dentoni sono la gioia di chi disegna caricature. Danno la possibilità di sbizzarrirsi nel presentare un Ronaldinho buffo e simpatico, e comunque sempre sorridente. Ma ultimamente ci sono state altre caricature, che gli hanno fatto un po' male, come quella in cui lui e Ronaldo fanno a gara a chi è più grasso. E allora, ti immagini che anche quel sorriso si possa perdere. Mettiamoci pure che il Milan, con le figuracce in Europa, non se la passa benissimo. Invece, lui continua a mostrarsi felice, anche dopo una sosta di 5 mesi, anche dopo che molti lo davano per finito.
    Ma è mai possibile che non mostri mai un'espressione incavolata? Eppure, in questi ultimi mesi, ne ha avuto i motivi.
    "Tutte le persone hanno due facce: quella sorridente, di quando va tutto bene, e quella triste, quando si diventa anche cattivi. Io preferisco il lato buono. Tante volte sono incavolato, ma tengo questo stato d'animo per me, preferisco sorridere quando sto con gli altri. Non vuol dire che sono falso, solo che non voglio far pesare sugli altri i miei problemi. Adesso sono col Brasile e affronto l'Olimpiade. Sono qui per dare una mano agli amici, a tentare un'impresa storica per i brasiliani, che non hanno mai vinto l'oro olimpico. E per farlo bisogna essere felici".
    Proprio con la maglia del Brasile, ha dovuto affrontare una grande delusione, come il fallimento nel Mondiale 2006.
    "E' stata un'esperienza orribile, per me e per la squadra. Prima del Mondiale, ero considerato quasi come Pelè. Dopo l'eliminazione, ho sentito solo critiche: che non avevo voglia di giocare, che me n'ero andato a una festa dopo la partita. Nessuno che sia venuto a chiedermi: come ti senti? Avrei risposto che ero triste, che mi dispiaceva per quella sconfitta, per non essere riuscito a dare alla mia nazione quello che avrei voluto. Invece, sentii solo critiche, che mi resero infelice. Ma ho imparato tantissimo".
    Poi, sono arrivati gli ultimi cinque mesi, con l'infortunio, le polemiche. Come li ha passati?
    "E' stato il periodo peggiore della mia vita. Ero infortunato, non potevo allenarmi, non potevo giocare. L'unica cosa che potevo fare era guardare la tv. E più guardavo le partite, seduto su una poltrona, più diventavo triste. Non era mai successo che stessi fermo per così tanto tempo: non sapevo che fare per rimediare".
    In quei momenti, chi le è rimasto al fianco?
    "La mia famiglia, mi ha protetto, mi ha dato forza. E ha anche sofferto, perché le cattiverie non si sono fermate a me, ma hanno coinvolto anche mio fratello Roberto, che è anche mio agente. Lo hanno accusato di creare instabilità, di stare vicino a me solo per i soldi e tante altre invenzioni con l'unico scopo di farmi male. Ma siamo andati avanti, io e la mia famiglia, uno al fianco dell'altro".
    Le accuse riguardavano anche la sua vita notturna.
    "Quello che non capisco è come sia possibile che fino a un certo giorno ero un esempio per tutti e che, subito dopo, ero diventato come Maradona quando era al centro delle polemiche. Quando sono in vacanza, faccio quello che voglio. Durante la stagione, mi comporto da professionista serio, non sgarro mai. Poi, quando il campionato è finito, sono libero. Si tratta di momenti diversi, non si possono mischiare le cose. Devi vivere bene, sentirti felice, se vuoi essere anche un buon atleta. Io faccio il massimo per essere un buon giocatore, ma quando l'impegno si è concluso, mi godo la vita".
    Più i rimpianti o più le gioie?
    "Per arrivare a questi livelli, e ancor di più per rimanerci, ho dovuto sacrificare tante cose nella mia vita, e ancora devo impegnarmi al massimo per essere all'altezza. Ma, dall'altra parte, ci sono i soldi e il successo. Inoltre, faccio il lavoro che ho sempre sognato di fare, che è sì un lavoro, ma anche un divertimento. Non posso volere di più".
     
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    Prince Of Game Mystic Magican Legend Member lv17

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    Oddo raggiunge Grosso in Francia?

    Conclusa la campagna acquisti con il ritorno di Shevchenko e l'arrivo di Senderos, ora il Milan può dedicarsi al mercato in uscita. Tra i possibili partenti ci sarebbe anche Massimo Oddo. Secondo l'edizione odierna del quotidiano francese L'Equipe, il terzino destro ex Lazio è infatti nel mirino del Lione, alla ricerca di un sostituto dell'infortunato Clerc.

    Milan: in uscita Paloschi e anche Borriello

    Terminata la campagna acquisti con l'arrivo di Senderos, ora il Milan cercherà di sfoltire la rosa. La Lazio insiste per avere Brocchi, le altre partenze saranno in attacco. Paloschi via in prestito, con il ritorno di Shevchenko non c'è più posto per Borriello che ha ricevuto un'importante offerta dall'Inghilterra (Tottenham).


    Milan, Berlusconi 'Niente difensori, ne abbiamo in casa abbastanza e tutti bravi'

    Il Presidente del Milan, Silvio Berlusconi, ha parlato ai microfoni di SKY. L’intervista è andata in onda nel post partita del “Trofeo Berlusconi” tra Milan e Juventus.

    Sul Milan.

    “Un Milan privo di più di mezza squadra che, però, ha dimostrato di avere un organico di giocatori molto validi, che hanno retto bene, che hanno consentito una vittoria tutto sommato meritata.”

    È l’anno dello scudetto?

    “Non bisogna mai fare pronostici all’inizio. Diciamo che per il Milan è sempre l’anno in cui si deve impegnare, entrare in campo, essere padroni del campo e del gioco. Non cambia mai.”

    Ha visto Abramovich in questi giorni…

    “Non ho mai parlato di calcio con Abramovich.”

    E di mercato?

    “Neppure.”

    Ancelotti vuole un difensore.

    “Credo che ne abbiamo in casa abbastanza e tutti bravi.”
     
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  15. Ichigo___91
     
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    forza milan speriamo in qualche acquisto utile a gennaio
     
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45 replies since 7/6/2008, 09:59   718 views
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